L’ARTE DEL DIORAMA – UN AMICO CI RACCONTA

L'ARTE DEL DIORAMA - UN AMICO CI RACCONTA

Come ben sapete, un grande modello merita una grande teca o un espositore di pregio. Sono accessori in grado di valorizzare i nostri amati modelli, di renderli ancora più speciali. Ma quando ciò non basta vi è un ulteriore passo che è possibile compiere: un bel diorama. Sulla rete se ne vendono sempre di più, sia autoprodotti che proposti direttamente dalle case produttrici di modelli. Spesso sono molto costosi ma, se di qualità, regalano scene bellissime. Un nostro caro amico e co-amministratore di CMC Fan Club, ne ha fabbricato uno negli ultimi mesi. Con tanta pazienza e perizia lo ha terminato e non potevo fare a meno di mostrarvelo e parlarvene assieme a lui, come se fosse una chiacchierata tra amici. Buona lettura.

Alessandro ciao, benvenuto in questa nuova intervista. Questa volta parliamo di una tua creazione, atta a valorizzare i nostri amati modelli. Un diorama per repliche scala 1:18, dettagliatissimo. Iniziamo.

Quanto tempo fa hai avuto l’esigenza di costruire un diorama per modelli scala 1:18? Perché hai deciso di autoprodurlo?

Dopo aver visto il diorama che CMC proponeva con la Atlantic blu (una vecchia officina anni 30-40) mi é venuta subito l’ispirazione di riprodurla, consapevole delle mie limitate capacità tecniche in quanto non avevo mai costruito un diorama. Anche la visione di serie tv ambientate in quegli anni in Francia o Inghilterra, mi hanno dato la carica per cercare un’ambientazione che potesse valorizzare i miei modelli classici di CMC.

Immagino sia stata un’impresa non da poco, solo una grande passione può spingere a fabbricarne uno tutto da solo. Quanto misura questa opera d’arte? Dove credi sia bene posizionarlo per apprezzarlo al meglio? Da quale epoca hai tratto l’ispirazione per realizzarlo?

Le dimensioni per realizzarlo hanno risentito del poco spazio a disposizione in casa, quindi ho pensato ad un ingombro per un solo modello e poco più (nel web si trovano molte immagini di officine meccaniche di paese a conduzione familiare e di piccole dimensioni) anche se con il senno di poi mi sono pentito della scelta perché di dimensione doppie avrebbe reso molto di più, sia con due auto o auto e furgone dei ricambi. Il diorama misura circa 60 x 40 cm e per lo spazio a disposizione è già grande.

Come dicono gli americani, più è grande meglio è ma se la casa non te lo permette hai fatto il possibile. Ad ogni modo il risultato finale è eccellente. Da quale epoca hai tratto l’ispirazione per realizzarlo?

Ho preso ispirazione dalle officine degli anni 50, dove ancora poteva scorgersi del legno e tutto era più spontaneo e diretto.

È vero, le officine di una volta hanno un particolare fascino che oggi si è perso, il tuo diorama infatti ha un sapore “vintage”. Il diorama è pieno di dettagli disseminati ovunque: c’è un bellissimo tavolo da lavoro, il compressore, la cassa degli attrezzi, il barile Castrol, il lavandino con tanto di rubinetto (sembra quasi di sentire l’acqua che gocciola…) e tanto altro ancora. Qual è il pezzo o dettaglio che più adori? Qual è invece il particolare che ti ha richiesto più tempo nella realizzazione?

Il diorama è stato tutto autoprodotto, tranne la mola elettrica, la cassetta attrezzi, la morsa, il cric alza-auto e qualche chiave inglese. Il tutto è in lega di zama. Le altre attrezzature le ho tutte riprodotte partendo da materiali semplici che avevo a disposizione.

Il bidone olio della Castrol (colore verde scuro che la casa produttrice oli aveva in quegli anni, compreso lo stemma) altro non è che un contenitore per rullini fotografici (le dimensioni in scala combaciavano) al quale ho aggiunto gli anelli, la pompa in legno e gomma.

La paletta vicino alla scopa è costruita con l’alluminio delle lattine e il manico è in zama. Il compressore è in legno (le dimensioni sono state prese dal web a seconda della capacità), il motore elettrico è stato prodotto a partendo da una spina di legno e fortuna volle che la sua zigrinatura fosse ad hoc per la realizzazione delle alette di raffreddamento, mentre il motore del compressore è in legno con rondelle in metallo per le alette di raffreddamento.

Il lavandino volutamente grande è in cartone smaltato e il rubinetto è fatto con un chiodo opportunamente piegato e incollato. Le due bombole per ossigeno e acetilene sono in legno e i tubi in gomma con cavetti elettrici senza anima sono in rame. Le dimensioni sono giuste in quanto ho sempre controllato le caratteristiche sul web e ne esistono di varie capacità, quindi di dimensioni diverse.

Hai utilizzato varie tipologie di materiali. Vi è dietro tanto ingegno e studio e i risultati si vedono. I materiali più originali e fantasiosi? Hai avuto difficoltà a reperirne qualcuno?

Anche il pancale è stato fatto con il legno. Ho acquistato un modello BBurago 1/18 (una Jaguar E-Type) che ho smontato per prendere motore, scarichi, fari e quant’altro. Le insegne le ho recuperate dal web e stampate su carta fotografica e poi lavorata con carta vetrata da 1200 per opacizzare e sporcarle. Anche le casse in legno sono di balsa, lo sgabello, il tavolo e lo scaffale. Il carrello azzurro è fatto con piani in rame e struttura in ottone. Quest’ultimo è quello che più mi ha fatto tribolare.

Il marciapiede esterno alla “casa” è in polistirene da 2 cm nel quale ho disegnato i sampietrini con il saldatore. Per le pitturazioni, dal legno alla casa e agli attrezzi, ho dato sfogo ai miei 40 anni di attività come imbianchino.

Il tuo diorama nasce per ospitare modelli in scala 1:18 (i miei preferiti come ben sai). Quali tipi di vetture credi si sposino bene in questa bella “cornice” che hai creato? Qual è la migliore scena che raccomandi? Vettura semplicemente parcheggiata o scena che descrive una riparazione in corso?

L’ambientazione ideale è quella di un’auto degli anni 30-60 durante eventuali riparazioni.

Credo sia importante abbinare ogni auto, con insegne adatte alla sua epoca e attrezzi da lavoro corretti e ben pensati. I figurini (anch’essi in scala 1:18) li ho reperiti su eBay mentre i primi tre mi sono stati regalati dal nostro amico Mirko Paradisi.

Aggiungo un piccolo confronto avvenuto durante la realizzazione del diorama: quando pubblicai le prime foto sui social, un utente mi disse che alcuni oggetti erano incongruenti, come ad esempio il cric alza-auto. Nel 1962 (nel diorama c’era una Ferrari 250 GTO) questi cric erano già presenti e gliel’ho dimostrato con foto originali dell’epoca. Quindi si sbagliava. Dico ciò per sottolineare la cura, anche storica, che ho voluto riservare all’intero lavoro. Inoltre, cerco di abbinare le insegne alla vettura che pongo nel diorama: se è Ferrari cerco di utilizzare insegne Shell, per una Bugatti invece utilizzo la Bugatti Huile e le lattine olio Bugatti dell’epoca e così via per qualsiasi altro brand.

Salutiamo anche noi il nostro caro Mirko. L’accuratezza storica è molto importante e noi ne sappiamo qualcosa visto le lunghe chiacchierate. Purtroppo, molti collezionisti danno poco peso ai dettagli tecnici e spesso sono anche poco informati. Che consigli vuoi dare a chi vuole cimentarsi nella realizzazione di un diorama come il tuo?

Chi si vuole cimentare nella realizzazione di un diorama deve dare sfogo alla sua immaginazione. Oggi, inoltre, chi ha dimestichezza con le stampanti 3D è avvantaggiato e non poco, anche se credo si perderà nel tempo la manualità e l’ingegno che in questo hobby credo siano molto importanti.

Grazie Alessandro per aver partecipato alla realizzazione di questo articolo, spero che i nostri lettori siano rimasto soddisfatti della lettura e soprattutto del tuo grande lavoro. Fi seguito una galleria fotografica con ulteriori scatti del lavoro svolto. Dategli un’occhiata. Grazie e alla prossima!

Darius Kri
Darius Kri
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