Il collezionista si racconta Claudio Segreto

IL COLLEZIONISTA SI RACCONTA: CLAUDIO SEGRETO

Nostro caro membro di lunga data, fa parte della community di DieCast Passion da novembre 2017. Claudio ha deciso di raccontarci la sua esperienza come collezionista e come l’ha vissuta sino ad oggi. Buona lettura.

Ciao Claudio, per noi è un piacere che tu abbia accettato di partecipare a questa nuova rubrica. Iniziamo subito. Chi o “cosa” ti ha avvicinato a questo fantastico hobby?

Chi da bambino non ha mai giocato con le macchinine? Naturalmente ho avuto anch’io un infanzia così, tuttavia ero interessato quasi solo a queste ultime, fregandomene di supereroi o altri tipi di giochi.

Inoltre provengo da una famiglia siciliana con uno zio elettrauto che ha preparato qualche auto da corsa e che spesso mi raccontava delle levatacce per partire alla volta della Targa Florio, oltre alle tante domeniche in cui si guardava la Formula 1 in tv, aspetti che hanno acuito la mia passione per le auto.

Fu un vero e proprio colpo di fulmine che ancor oggi non mi spiego, e crescendo ho capito che i miei supereroi non si chiamavano Spiderman o Batman bensì Schumacher, Villeneuve o Alesi.

Anche DieCast Passion ha un cuore Siciliano😊e confermiamo totalmente ciò che affermi. In Sicilia la passione per le auto è sempre stata viva (vedasi la Targa Florio e i tanti collezionisti d’auto d’epoca). Cosa significa per te collezionare miniature? Come ha cambiato la tua vita?

Collezionare rappresenta sia il mantenimento in età adulta dei ricordi d’infanzia di quando giocavamo con le macchinine, sia il sogno di possedere nel nostro piccolo quell’auto che tanto ci piace ma che non potremmo permetterci. Collezionare mi ha reso più amante dell’estetica e molto più attento ai dettagli, ma soprattutto è diventato uno spazio in cui esprimere veri e propri sentimenti viscerali: ogni modellino per me può racchiudere tanti significati profondi, che vanno da una Ferrari Testarossa o F40 della HW Elite o della Kyosho, le quali racchiudono un ricordo d’infanzia.

Hot Wheels Elite 1:18 Ferrari F40 (red) - Ferrari - DiecastXchange ...
Ferrari F40 HotWheels Elite – crediti: Alex SZ1996 (diecastxchange.com)

Riguardo i modelli Ferrari citati, le ho avute in tutte le scale e in tutte le salse, naturalmente Bburago, rappresentando allo stesso tempo la nuova concezione di collezionismo in cui si ricercano maggiormente i dettagli; per non parlare di una Smart prima serie in 1/43 che è la prima macchina che ho guidato e che per me avrebbe ugualmente un significato intenso. Ci sono poi modelli da cui mi non mi separerei per nulla al mondo, come una Ferrari di Formula1 della Brumm comprata proprio a Maranello o una Lamborghini Gallardo da edicola regalatami dalla mia ragazza.

Ma ci sono tanti altri modelli che possono colpirmi con uno sguardo e possono farmi dire “Deve essere mio”! In poche parole collezionare miniature mi ha reso un degno rappresentante della bilancia, mio segno zodiacale.

Qual è stato il tuo primo modello?

Una Ferrari F40 della Bburago in scala 1/18, ovviamente rossa, che mi fu regalata da nonni e/o zii ad un compleanno e che una notte mi cadde sulla gamba mentre stavo dormendo, facendomi finire in ospedale con una bella botta!

Crediti: carmodel

Allora è vero che Ferrari lascia sempre il segno! Quale scala collezioni maggiormente?

1/43 e 1/18.

Di fatto le scale più diffuse. Come si è evoluta la tua collezione nel tempo?

Ho cominciato con le Bburago, un classico, poi vennero le prime collezioni che uscivano in edicola che all’inizio mi sembravano un’apoteosi di modellismo. Ho ripreso a collezionare da due anni a questa parte, grazie anche ai social e a questo gruppo che mi hanno influenzato e hanno contribuito a delineare la mia concezione di collezionismo: complice anche la diffusione a macchia d’olio di modellini da edicola, reperibili ovunque, ho deciso di abolirli dando priorità alla qualità, decidendo allo stesso tempo di focalizzarmi sulle auto italiane, spesso storiche, e con particolare dedizione alle Alfa Romeo.

Il tema delle auto italiane l’ho scelto per via di vari film visti che hanno come protagoniste le macchine nostrane, come le Giulia e Alfetta presenti nei polizieschi all’italiana, o la Duetto guidata da Dustin Hoffman ne Il Laureato, ma anche perché sono sempre stato affascinato dalle gesta compiute dalle Ferrari e dalle Alfa Romeo a Le Mans o nei campionati sport, o dalle Lancia nei rally. La mia collezione presenta anche delle eccezioni quali auto antiche degli anni 30-40 tipo Delage, Bugatti, Mercedes, qualche Porsche, e ho intenzione di possedere altre auto iconiche come l’Aston Martin DB5 di James Bond o la Jaguar E-Type di Diabolik, per non parlare delle auto guidate da me come la Smart o la Ford Fiesta, ma soprattutto qualche Formula 1 di Senna, purchè ogni modello racchiuda un significato.

Da quasi due anni abito a Milano e spesso frequento Tiny Cars, il mitico negozio di Enrico Sardini, dove ho avuto modo di formarmi sempre di più su questo hobby e dove ormai ho un valido punto di riferimento, tanto che la mia ragazza ormai sostiene che quando

Fa molto piacere sapere che un nostro membro della community abbia ricominciato a collezionare grazie, in parte, a DieCast Passion. Conosciamo anche noi Tiny Cars e ogni tanto pubblicano anche sul nostro gruppo, Enrico ha una passione infinita. Punti di più alla qualità o alla quantità della tua collezione?

Assolutamente alla qualità. Come ho già detto sono un collezionista molto passionale e per me un modellino deve anche racchiudere un significato, quindi “pochi ma buoni”.

Preferisco avere una HPI in 1/43 che due Minichamps della stessa scala, oppure una Autoart 1/18 invece che due Norev. O meglio ancora una CMC invece che altri modelli presi tanto per fare numero.

Anche noi la pensiamo esattamente come te. Una domanda che tra i collezionisti spesso provoca dibattiti: preferisci di più le DieCast (o modelli apribili in generale) o le resine? Perchè?

Più che di DieCast o resine parlerei di modelli apribili o non apribili. È una questione che è nata e riguarda esclusivamente i modelli 1/18, ed essendo cresciuto con le Bburago apribili proprio non mi va giù l’idea che un modello in quella scala o in scala superiore debba essere chiuso e costare quello che costa.

R34 GT-R Z-Tune Blue | Otto vs Autoart - DX Model Comparisons ...
R34 GT-R Z-Tune Blue | Otto vs Autoart – crediti: BaseGTR (diecastxchange.com)

Comprendo pienamente che molti collezionisti cercano quel determinato modello che spesso è disponibile solo non apribile e sono disposti ad averlo così, ma per me i dettagli sono fondamentali, pertanto se non è apribile non lo prendo mai in considerazione, anche a costo di rinunciare al modello di auto che ho sempre sognato. Per la scala 1/43 non applico questo ragionamento, perché è una scala che prevede quasi totalmente modelli non apribili, e se mi fissassi con le aperture a tutti i costi potrei dire addio a questa scala.

C’è da dire che esistono modelli totalmente apribili in 1/43 che considerate le dimensioni ridotte sono delle vere e proprie opere d’arte talvolta più costose di modelli in 1/18 ma viste le dimensioni ridotte spiegano i prezzi elevati, e non nascondo che mi piacerebbe un giorno averne almeno uno.

Cosa ne pensi degli ultimi sviluppi riguardo il mondo del modellismo? (composito, prezzi, scelte dei modelli da parte dei brand)

Sinceramente seguo poco gli ultimi sviluppi, essendo più alla ricerca di modelli vecchi, tuttavia credo che si stia assumendo una dimensione sempre più commerciale, e lo noto in particolare nelle nuove produzioni di Autoart: evidentemente c’è una certa domanda di supercar quali Lamborghini, Audi, Koenigsegg o Bugatti e per abbattere i costi di produzione si punta su altri materiali più economici. Ciò spiega l’utilizzo del composito che molto ha fatto discutere tra i puristi del DieCast. I prezzi alti naturalmente sono determinati dalla richiesta, e a mio avviso poco importa la questione del materiale: se un modello piace e il prezzo si ritiene giusto lo si prende.

La Koenigsegg Regera di AUTOart 1:18 in composito, attesa ad agosto 2020

Quanto alle scelte dei modelli da parte dei brand, vedo la tendenza a mantenere produzioni più svariate che vanno dalle auto da strada e da rally (come Ottomobile) ai prototipi e alle nuove supercar (come Autoart, Kyosho e GT Spirit). Se da un lato Autoart sta sfornando nuovi modelli facendo un largo uso di composito, ma rimane fedele al modello apribile, dall’altro Minichamps, Norev, e in parte Kyosho, stanno abbandonando sempre di più il dettaglio sfornando nuovi modelli non apribili che purtroppo mantengono prezzi elevati. Vi sono poi eccezioni come Laudoracing che produce sì modelli in resina e non apribili, ma si è focalizzata su auto tra le più popolari per gli italiani, come le 126, 127, la Panda (unico produttore a proporle in 1/18) ma soprattutto la Bianchina di Fantozzi o la Dune Buggy di Bud Spencer e Terence Hill.

Autobianchi La Bianchina Di Fantozzi 1:18 Modellino 1:18 Laudoracing
La Bianchina Autobianchi a tema “Fantozzi” proposta da Laudoracing

Allo stesso modo c’è BBR che continua a focalizzarsi sulle Ferrari, anche delle più inedite, o sulle auto italiane più particolari ed estreme, ma ritengo che abbia dei prezzi ingiustificati per dei modelli in resina. Rimane di un altro pianeta la produzione di CMC: vecchie auto che hanno fatto la storia dell’automobilismo come la Ferrari 250 GTO o la Mercedes 300 SLR, con dettagli che rasentano la perfezione. Tra le massime espressioni della scala 1/18, e non nascondo che averne una è un mio obiettivo, conscio che valgono ogni singolo euro speso.

CMC Models Mercedes-Benz 300 SLR Uhlenhaut Coupe Diecast Model Car ...
La Mercedes 300 SLR Uhlenhaut 1:18 prodotta da CMC

Allo stesso tempo noto che vi sono brand come LS Collectibles e KK Scake che ripropongono modelli ricercatissimi quali la Lancia Delta HF, la Jeep Wagoneer o l’Alfa Romeo Montreal a prezzi più accessibili ma non apribili, dopo che i primi prodotti da altri brand e apribili sono diventati ormai famosi per essere rarissimi e costosissimi. Fermo restando che sarei disposto a cercare quel modello originale e apribile anche se mi costerà un po’ di più, trovo che questi due marchi propongano un ottimo rapporto qualità-prezzo.

Jeep Grand Wagoneer 1979 Bianco 1:18 – LS Collectibles

C’è invece un nuovo marchio che mi ha letteralmente folgorato: Officina 942. Produce modellini in metallo di auto italiane che vanno dagli anni 30 agli anni 50, in un’inedita scala 1/76 e con le stesse tecniche degli anni 40, composte semplicemente da un pianale e da una scocca monocromatica in metallo. Niente aperture, ruote girevoli e/o sterzanti, finestrini o altro, bensì linee semplici, pulite e pochi fronzoli: un vero e proprio esperimento vintage dal prezzo assolutamente accessibile a tutti.

Da quando le ho scoperte ho deciso di collezionarne il più possibile e sogno di avere la collezione completa anche se anacronistica alla mia età, principalmente perché mi piacciono e sono un prodotto molto particolare, e non nego che (anche se non compro per questo motivo) possano rappresentare un futuro investimento.

Sicuramente questi ultimi modelli sono qualcosa di “nuovo” ai tempi d’oggi e contribuiscono a tenere variegata la collezione. Parliamo un po’ di noi. Cosa ne pensi di DieCast Passion? Credi sia un buon luogo di “ritrovo” dove condividere la propria passione? (da qui DieCast “Passion”)

Penso sia un gruppo che contribuisce a diffondere e a far conoscere la ricchezza del nostro hobby e ciò può essere d’aiuto sia al neofita appena approcciatosi a questo mondo che all’esperto che cerca un modello più particolare, grazie alle recensioni che spesso vi vengono pubblicate, ma soprattutto grazie alle interazioni degli utenti collezionisti.

Grazie Claudio, fa piacere sapere che il proprio lavoro viene apprezzato e aiuti tanti collezionisti a consocere questo mondo e a condividere la propria passione. E per finire, che consigli vorresti dare a chi si approccia per la prima volta a questo mondo? La tua esperienza sicuramente potrà aiutare a far compiere scelte migliori.

Consiglio di scegliere una tematica e iniziare con quella e di tenere “viva” la propria collezione, magari cambiando di tanto in tanto certi modelli per fare spazio ad altri.

Tiny Cars Milano on Twitter: "#obsoleti #obsolete #dinky #corgi ...
Obsoleti – Crediti: Tiny Cars

Consiglio soprattutto di avere tanta pazienza, di non accontentarsi mai di un certo modello di un certo brand se si potrebbe trovare in futuro lo stesso modello ma migliore, o con un determinato particolare che lo rende unico.

Ringraziamo Claudio per aver partecipato a questa intervista, raccontandoci la sua carriera di collezionista. Alla prossima! Seguiteci su Facebook.

Darius Kri
Darius Kri
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