RETROSPETTIVA: CMC BUGATTI 57 SC ATLANTIC (BLACK) 1:18

Come si dice, il tempo è denaro e ultimamente di tempo ve ne è sempre meno. Ho deciso, dunque, di inaugurare un nuovo format. Il sito vedrà pubblicate le note recensioni approfondite che conoscete già, ma riguarderanno solo in nuovi modelli. I modelli di vecchia data, come in questo caso, verranno trattati attraverso delle “brevi” retrospettive ma senza tralasciare nulla di importante.

L’introduzione storica di questa famosa vettura è doverosa ma è già stata affrontata in maniera alquanto approfondita e vi invito a leggerla qui. Ribadisco, per completezza, che la versione cui fa riferimento CMC è lo chassis n. 57591, dipinto originariamente in blu zaffiro e successivamente ridipinto di nero a seguito di un meticoloso restauro commissionato da Ralph Lauren, odierno proprietario. Buona lettura.

LA REPLICA PROPOSTA DA CMC

  • Codice modello: M-085
  • Serie: –
  • Data di uscita: 10/2010
  • Materiale: DieCast
  • Scala: 1:18
  • Aperture: Si (5+1)

La Bugatti 57 SC Atlantic realizzata da CMC fu pubblicata a fine del 2010. Quell’anno rientrava ancora in quella che veniva chiamata l'”era d’oro del modellismo” perché vi era un rapporto qualità/prezzo ad oggi impensabile. Con circa 250 euro portavi a casa repliche da centinaia di pezzi che oggi richiedono somme dalle 600 alle 1000 euro. Il modello presenta 1725 singole parti, telaio a traverse e longheroni (metallico) replicato nella sua interezza e dettagli di alto livello. Ma andiamo per gradi.

Il telaio a traverse e longheroni è interamente replicato – Crediti: cmc-modelcarshop.de

Apro una piccola parentesi: alcuni collezionisti lamentano una geometria delle forme della replica di CMC non proprio conforme all’auto originale. Facendo un confronto con la vettura originale e osservando attentamente il profilo, in effetti parrebbe esserci qualche piccola discrepanza. La replica di CMC sembra avere una coda più allungata mentre la vettura reale la ha più affusolata. Non vi è certezza di questa differenza poiché una foto di certo non aiuta ma osservando altre foto in calce all’articolo noterete che questo “effetto” alle volte svanisce. Io credo che la discrepanza tra auto reale e replica sia minima e, a differenza di come la pensano alcuni, credo sia da pazzi non preferire la versione di CMC per questo motivo.

DETTAGLI ESTERNI E FEDELTÀ

Crediti: web

L’inconfondibile profilo della Atlantic viene ripercorso molto fedelmente da CMC, come anche l’iconico finestrino a forma di fagiolo e le avvolgenti curve del posteriore che nascondono abilmente il vano circolare che accoglie la ruota di scorta. L’assetto della vettura pare ricalcare l’originale, con un camber delle ruote anteriori fortemente positivo (tipico di quegli anni) e un’altezza da terra più o meno corretta. Le ruote, diversamente, sembrano essere un poco più piccole della controparte reale ma non credo a causa del diametro del cerchio a raggi ma più che altro per l’altezza della spalla dello pneumatico (che risulta completo di marcature in rilievo e una tassellatura fedele). I copricerchi sono estraibili svitando il mozzo in metallo, svelando un cerchio a raggi dipinto di nero e completo di valvola di gonfiaggio.

Il frontale e il posteriore del modello ricalcano lo chassis di riferimento: manca il paraurti anteriore, i fari parabolici anteriori sono posizionati correttamente, sopra il parabrezza (diviso in due parti dalla pinna centrale) sono presenti due prese d’aria apribili e la fiancata (tondeggiante) presenta le ruote posteriori scoperte e il para-schizzi in metallo.

Ben realizzata e bella da vedere la fitta griglia che nasconde il radiatore: in alto abbiamo il logo Bugatti e il tappo di rifornimento del radiatore apribile. I gruppi ottici hanno un’ottima profondità e sono completi di marchiature e costolature Fresnel. Il resto del modello non è da meno. Ben visibili le rivettature che corrono lungo la “pinna” che divide in due la vettura e lungo gli avvolgenti parafanghi. Sembrano essere affogati nello stampo ma l’effetto finale è soddisfacente. Al posteriore i piccoli gruppi ottici circolari sono ricreati fedelmente, così come la targa EX K-6. Il coperchio circolare della sede relativa alla ruota di scorta è assicurato da una “molletta metallica” che si aggancia alla base.

Le componenti più belle da vedere sono le piccole cerniere cromate delle portiere controvento, il tappo del rifornimento (zigrinato in cromo) e i sei iconici scarichi al posteriore (ripresi di recente come tributo sulla Voiture Noire del 2019). Presenti i classici tergicristalli realizzati in metallo con spazzola in gomma e il deflettore azionabile ma che purtroppo gira in entrambi i sensi. Non manca nulla.

ABITACOLO E FEDELTÀ

L’abitacolo è molto fedele e rientra tra le parti più belle (e lussuose) da osservare. Per coglierne al meglio i dettagli ci tocca azionare le delicate portiere con apertura controvento: il movimento è controllato grazie ad un pantografo azionato a molla e tre cerniere metalliche che sorreggono il tutto. L’ambiente ci accoglie subito con sedute in vera pelle nera (prima del restauro erano color cammello). L’interno dei pannelli delle portiere sono rivestiti anch’essi in pelle nera e completi di maniglia e cadenini.

La plancia è molto fedele all’originale: presenta tutta la strumentazione (leggibile) e le innumerevoli levette e leveraggi sparsi ovunque. Sulla destra spicca l’ingombrante ma bellissimo volante con la corona ad effetto legno e le quattro razze fotoincise. L’intera plancia è rivestita di una trama (forse un poco sovradimensionata) che simula il legno ma nell’insieme restituisce un buon feeling. La fedeltà complessiva è molto elevata. Il resto dei dettagli dell’abitacolo potete visionarli nella galleria dedicata linkata a fine articolo.

MECCANICA E DETTAGLI

Il grosso 8 cilindri in linea da 3257 cm3 (alimentato da un compressore Roots) spingeva la vettura fino a 210 km/h, una velocità davvero alta per l’epoca. La realizzazione di CMC risulta completa e fedele. Prima di soffermarci sul propulsore però è doverosa una nota riguardo il sottilissimo cofano a doppia apertura munito di cerniere davvero minute e ben ingegnerizzate. Probabilmente non è realizzato con la tecnica del diecast ma mediante una sorta di stampaggio a freddo partendo da una lamina di metallo. Un lavoro certosino e di alto livello.

Sollevato il sottile cofano risultano ben visibili i cavetti elettrici di accensione delle candele (in giallo e rosso) e la lunga testata del motore che però non presenta quella leggera “trama” visibile sulla vettura reale. Osservando in basso non manca nulla: il grosso collettore (in grigio scuro), cavi, tubi, pompe e la tromba del clacson. Visibile anche parte del telaio (il tubo metallico che scende in diagonale verso sinistra).

La sezione più interessante del modello è sicuramente il pianale: peccato che esponendo il modello sia, per ovvie ragioni, la parte meno visibile ma allo stesso tempo la più interessante. Non ho foto del pianale della vettura reale ma non ho ragione di credere che la fedeltà sia ottima anche in questo caso. È possibile toccare con la mano la bontà della realizzazione del telaio a traverse e longheroni, interamente in metallo e collaborante con le bellissime balestre metalliche stratificate, funzionanti grazie a perni che ne consentono cinematismo.

Non manca nulla: freni a tamburo con relativi cavi idraulici, cavi elettrici, basamento del motore interamente replicato e la grande placca metallica (sicuramente a scopo aerodinamico) rimovibile. Sono visibili anche i cavetti elettrici che portano la luce ai piccoli fari posteriori. Sono tutti dettagli apprezzatissimi.

CONCLUSIONI

Come promesso, la retrospettiva è stata breve ma completa. La Bugatti 57 SC Atlantic realizzata da CMC è una replica conosciuta ed apprezzata da una grande fetta di collezionisti di modelli high-end. Ancora oggi risulta la migliore trasposizione apribile di questa storica vettura nella scala 1:18 e ciò dimostra quanto sia valido il modello tutt’oggi e come i prezzi fossero più alla portata di tutti nel 2010 (costava circa 270 euro, oggi ne costerebbe almeno 600).

Mi ha sempre sorpreso l’esordio a rilento di questa vettura: per parecchi anni è stata disponibile presso tantissimi negozi, venduta a poco a poco e con un rapporto qualità/prezzo che, col senno del poi, era insuperabile. Ciò dimostra come, anni fa, i modelli classici erano prerogativa di pochi collezionisti e l’intero modellismo era più di “nicchia” rispetto ad oggi. La stessa CMC, probabilmente era meno conosciuta. Il modello risulta sold-out da qualche anno e i prezzi, ovviamente, sono lievitati.

Nell’ultimo anno CMC ha dimostrato di voler ristampare vecchie realizzazioni con l’aggiunta di varianti spesso interessanti. Non so dire, ad oggi, se CMC avrà mai intenzione di riproporre la Atlantic ma sicuramente sarebbe un’opportunità per chi non fosse riuscito a acquistarla in precedenza o per chi abbia il modello rovinato dal paint-rush (vi sono purtroppo più casi). Questa breve retrospettiva finisce qui e, a differenza delle passate recensioni, credo non vi sia bisogno di una pagella. Tutti noi sappiamo quanto valga un gioiello del genere, seppur coi suoi pregi e difetti. Alla prossima.

Per un confronto con la vettura reale, di seguito una galleria dedicata a questa storica vettura della casa di Molsheim.

Qui invece trovate una ricca photogallery della replica di questa recensione.

Crediti galleria: ultimatecarpage.com.  Qualora riconosceste vostra un’immagine utilizzata nell’articolo o conoscete l’autore contattatecelo in modo tale da aggiungere i crediti o eliminare il contenuto.

Darius Kri
Darius Kri
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