BREVE RECENSIONE: AUTOART MCLAREN F1 BLACK 1:18

Da parecchio tempo è in programma la recensione di questo fantastico modello, ormai amatissimo dai collezionisti. Stiamo parlando della McLaren F1 prodotta da AUTOart, che entra di diritto nella ristretta cerchia dei migliori modelli da essa prodotti. Ammetto una certa “pigrizia” da parte nostra. Gli impegni vari e il dover “prelevare” il modello dalla sua postazione fissa ci ha sicuramento portato a rimandare fin troppo la recensione. Stesso dicasi per altri pezzi da novanta del catalogo AUTOart (qualcuno ha detto Huayra?). Arriveranno tutte, a poco a poco.

Per questo motivo vi propongo una recensione di qualche tempo fa, pubblicata dall’ormai scomparsa piccolegrandiruote. La reputo una recensione abbastanza approfondita e interessante, per questo motivo ho deciso di ripubblicarla su DieCast Passion in attesa della nostra recensione ufficiale basata sul modello Magnesium Silver (a mio parere la più bella e apprezzata). Non mi resta quindi che augurarvi buona lettura ingannando l’attesa.

Stiamo parlando della McLaren F1 prodotta da Autoart, nella serie top “Signature”, in scala 1:18. Un modello eccezionale di un’auto eccezionale: progettata e costruita da Gordon Murray e McLaren Automotive, la F1 è stata, fino all’arrivo sul mercato della Bugatti Veyron, la vettura più veloce del mondo e mantiene tuttora il record per le vetture con motore aspirato. Prodotta dal 1992 al 1998 in soli 106 esemplari, ognuno con piccole differenze, montava un motore BMW V12 da 6064cc, capace di sviluppare 627 cavalli per una velocità massima di 391 km/h. Caratteristico di questa vettura era l’elevato uso di materiali compositi e di tecnologie mutuate direttamente dalla Formula 1 (che han consentito di mantenere il peso di poco superiore ai 1100 kg), e l’inusuale posto guida centrale con due posti per i passeggeri, ai lati del pilota. Confort e finiture erano da vera granturismo: erano previsti perfino due capienti vani portabagagli.

La ricchezza di particolari e le finiture sono di livello altissimo e il modello in scala si presenta pesante e per nulla fragile, nonostante la finezza dei dettagli. Basti considerare che, fissato sulla scatola in polistirolo che contiene il modello, oltre all’utile panno per evitare le ditate si trova un attrezzo in plastica morbida per facilitare l’apertura delle varie parti mobili; su questo è integrata una lente di ingrandimento, spesso indispensabile!

Il modello ha ben otto parti apribili, con sterzo e sospensioni funzionanti; queste ultime hanno un movimento molto “controllato” che ricorda in tutto e per tutto il funzionamento di quelle vere.

Osservando il modello, si viene immediatamente colpiti dalla grinta e nello stesso tempo dall’eleganza delle forme, perfettamente riprodotte in scala: la verniciatura è uniforme e lucentissima, la fiancata, bassa e allungata nella parte posteriore, è impreziosita dalle bellissime ruote con dado di fissaggio centrale, che lasciano intravedere i dischi freno. I finestrini laterali sono in posizione chiusa e tutte le guarnizioni sono in rilievo e con un colore nero opaco che imita perfettamente la realtà. Tutti i particolari, dalle gemme dei ripetitori ai pulsanti per l’apertura delle porte, sono riportati.

I doppi fari anteriori sono coperti con una carenatura in plastica sottilissima e per nulla deformante. Le prese d’aria sono chiuse da sottili griglie fotoincise e sotto il muso sono fissati due deflettori in metallo, anche questi fotoincisi. Aprendo il piccolo e stipatissimo cofano anteriore si nota immediatamente l’amplificatore dell’impianto stereo. Da notare che l’interno del cofano è interamente tampografato con una trama riproducente la fibra di carbonio, così come tutte le altre parti apribili e tutte le parti che nell’auto reale non sono verniciate. L’ampio parabrezza è assolutamente trasparente, con il grosso tergi (non fotoinciso ma perfetto come proporzioni), dotato di spoiler aerodinamico, in posizione di riposo. La grossa presa d’aria sul tetto è ovviamente chiusa da una griglia fotoincisa, le portiere si aprono in avanti, rivelando un abitacolo ricchissimo di particolari: addirittura tutti i tasti del cruscotto hanno un microscopico simbolo del comando tampografato: senza lente d’ingrandimento sono praticamente invisibili.

Il pavimento è rivestito in moquette, le cinture di sicurezza sono in tessuto, sotto la griglia nera del cruscotto si intravedono gli altoparlanti dell’impianto stereo… le foto non possono e non riescono rendere giustizia a una simile meraviglia. Sui fianchi della vettura si possono aprire i due cofani portabagagli: al loro interno è contenuto un set di valigie riprodotte in un materiale morbido, ovviamente marchiate F1. L’interno dei vani è rivestito in moquette e la trama del carbonio è ovunque. Vi sono persino i due minuscoli braccetti telescopici che trattengono i cofani.

Ma è aprendo il coperchio del motore che si raggiunge l’apoteosi. Il cofano principale è sorretto da un piccolo braccio telescopico e la parte interna è foderata di materiale anticalore di color oro mentre l’interno del vano motore, è foderato in argento. Il propulsore, marchiato BMW sui coperchi delle testate, è incredibilmente dettagliato, con tutti i cablaggi, le targhette e un uso del colore veramente ineccepibile. Spiccano i due grossi “tubi” che portano aria al motore, interamente coperti da una tramatura in simil-carbonio. Aprendo la seconda piccola copertura, dotata di una griglia alettata finissima (occorre aiutarsi con lo strumento in dotazione per non danneggiarla) possiamo vedere i collettori dell’impianto di scarico, di color titanio assolutamente realistico. La terza parte apribile è in realtà lo spoiler che si apre come freno aerodinamico. Non c’è una vite a vista, non una giuntura, non un’imperfezione.

La vista posteriore evidenzia i quattro fanali tondi, le luci di retromarcia e retronebbia, le finissime griglie di evacuazione del calore, il logo F1 riportato, i tubi di scarico.

Capovolgendo il modello che come nella realtà, è completamente carenato, si possono osservare i bracci (funzionanti) delle sospensioni, i dischi freno e i tubi che portano aria per raffreddare i dischi. Insomma, un modello di qualità eccezionale. Difetti? Ad essere pignoli il cofano motore tende a “cadere”, perché le cerniere e il braccetto telescopico non riescono a reggerne il peso e può danneggiarsi quando anche il secondo cofano è aperto… ma è ben poca cosa di fronte alla moltitudine di pregi. In conclusione: un modello splendido, con il quale Autoart si conferma una delle Case di riferimento nel modellismo statico.

Fonte: piccolegrandiruote

Ricordo che più avanti sarà disponibile la nostra recensione approfondita: nello specifico tratteremo la versione Magnesium Silver (cod. AA76001). Restate in contatto con noi.

Darius Kri
Darius Kri
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