RECENSIONE: HOT WHEELS ELITE FERRARI LAFERRARI 1:18

Dopo aver recensito la Ferrari F12 Berlinetta della HW Elite era doveroso concludere col modello che ha dettato la chiusura di questa lunga collaborazione tra Mattel e Ferrari. Stiamo parlando della LaFerrari, modello che nel 2013 aspettavano in molti, anche con qualche pretesa: la F12 e la FF avevano mostrato ottime finiture e dettagli pur essendo modelli di fascia media. Purtroppo, la LaFerrari di HW Elite deluse su alcuni aspetti. Ci fu un vistoso calo del controllo qualità e la cura vistasi coi precedenti modelli era andata scemando.

Col senno del poi è ipotizzabile che tutto ciò fu causato, probabilmente, dall’imminente perdita della licenza Ferrari a favore, negli anni successivi, di Bburago. La chiusura di questo grande capitolo del modellismo, ricordato da tantissimi collezionisti, non fu sicuramente dei migliori.

Ad oggi, la mancanza di un brand di fascia media o medio/alta con licenza Ferrari si fa sentire. Ferrari è il marchio più ambito tra i collezionisti: l’offerta di oggi è abbastanza limitata a pochi marchi, tra cui Bburago e BBR. CMC realizza alcune Ferrari ma solo modelli classici e più di nicchia, ancor peggio la situazione con Exoto. Manca la giusta via di mezzo, la giusta alternativa che Hot Wheels Elite offriva, nel bene o nel male, fino 2013.

Fatta questa breve e doverosa premessa, vi lascio alla recensione del modello. Buona lettura.

LA REPLICA PROPOSTA DA HOT WHEELS ELITE

  • Codice modello: HWELT-BCT79
  • Serie: Elite
  • Data di uscita: 11/2013
  • Materiale: DieCast
  • Scala: 1:18
  • Aperture: Si (4)

Partiamo col presupposto che stiamo parlando di un modello di fascia media. Dimentichiamo quindi le stampe a tampone di AUTOart, le decal di BBR o i particolari eccelsi di CMC. Bisogna ridimensionare il tutto ma è anche vero che vi sono alcuni capisaldi non trascurabili: shutlines, verniciatura, proporzioni del modello e cura dell’assemblaggio. Sono tutti aspetti che rendono un modello degno o meno dell’acquisto.

L’ESTERNO

La LaFerrari di HW Elite si presenta con le giuste proporzioni e il giusto assetto da terra. Un buon biglietto da visita ma non basta. La difficoltà nel rappresentare al meglio questa vettura è data dalla complessità delle forme, dagli intrecci delle linee e le concavità che ne nascono. Le shutlines del modello sono in linea con quanto visto nella serie Elite ma in questo caso mostrano un po’ di più i limiti, specialmente sulla lunga linea verticale degli sportelli e in parte anche sul cofano anteriore, inoltre sono un poco stondate.

La pittura è coprente e ben stesa ma forse troppo spessa. I cristalli non sono deformanti e probabilmente sono in acetato, quindi molto delicati e soggetti a graffi. Per fortuna distolgono subito l’attenzione da queste piccole mancanze le grandi ruote da 19 pollici all’anteriore e 20 pollici al posteriore. Gradita la presenza delle griglie fotoincise (purtroppo assenti sulle grandi prese d’aria delle fiancate), mentre ritroviamo la solita pittura grigia che imita la fibra di carbonio.

Il frontale presenta le giuste proporzioni ed è completo di tutto. Purtroppo, la shutline del cofano anteriore “sporca” in parte le forme di questa zona della vettura (come vedremo anche altre zone non sono esenti da questo problema). Sullo splitter soffiato in basso troviamo una bella griglia fotoincisa, in metallo, che lascia intravedere i radiatori retrostanti. Peccato che questa parte non sia impreziosita da una stampa a tampone o decal ma capiamo di star trattando un modello di fascia media. Il logo Ferrari è ben proporzionato. Purtroppo, l’elemento orizzontale che funge da vero e proprio alettone (sostenuto dal pilone centrale) presenta una netta linea di separazione che sull’auto reale non esiste.

I gruppi ottici anteriori hanno la giusta forma: il faro lenticolare è ben riprodotto e brilla alla luce, meno efficaci invece le luci led che si estendono quasi verticalmente, dipinte semplicemente di un anonimo grigio che non riesce a restituire appieno l’effetto voluto. HW ha sempre saputo realizzare ottimi tergicristalli: fotoincisi, sottili e in metallo. Ma attenti a non piegarli…non ritornano più in posizione.

Perfetta la decal stampata dello scudetto Ferrari, posizionato subito sotto il montante. Ben realizzati gli specchietti laterali, sottili e completi di superficie specchiata. Le sottili aste sono anch’esse dipinte di quel grigio che dovrebbe imitare la fibra di carbonio. State attenti quando maneggiate il modello: queste aste sono realizzate in una sorta di gomma e possono piegarsi e rompersi facilmente. La presa d’aria posta dietro il parafango anteriore è purtroppo chiusa. Una mancanza di certo evitabile.

Il posteriore risulta ben proporzionato, come d’altronde il resto del modello. Da questa visuale non escono fuori i veri limiti della replica, limiti che riguardano la geometria degli elementi del cofano motore e delle portiere. Li vedremo a breve. Si nota subito l’ampia griglia passante, sottile e ben riprodotta. Al centro il logo Ferrari fotoinciso, sotto vi è la luce centrale (retronebbia) composta da 12 led dipinti. Ai lati abbiamo le due strisce catarifrangenti che poggiano sul largo fascione in fibra di carbonio, dipinto sempre con quella pittura grigia che tende a brillare alla luce. Il diffusore è interamente realizzato con fibra in rilievo.

I gruppi ottici posteriori circolari sono ben eseguiti ma non sono visibili i led circolari interni. Sul cofano motore è presente il logo Ferrari a caratteri fotoinciso, molto bello. Purtroppo, il cofano motore, per i più attenti, mostra i limiti di HW Elite: le due nervature che corrono ai lati del lunotto posteriore (completo di tappi di fissaggio neri) per sfociare poi nelle relative prese d’aria (munite di griglie passanti) sono modellate parzialmente. La parete della nervatura dovrebbe rientrare maggiormente verso l’interno (creando una parete con pendenza negativa), invece rimane pressoché verticale. Comprendiamo che la LaFerrari abbia forme abbastanza complesse ma avrebbe fatto piacere vedere tutte le curve al posto giusto.

Vi è da dire però che questa zona è totalmente munita di griglie passanti, a nido d’ape, ben realizzate che aiutano a dimenticare, in parte, questi problemi. Un altro problema sono le brutte linee di giunzione delle prese d’aria atte a portare i flussi al collettore del motore. Sull’auto reale non esistono. Inoltre, sono di un colore leggermente diverso poiché probabilmente sono in plastica e la pittura restituisce una differente gradazione. È una questione di costo dello stampo: realizzare un pezzo unico sarebbe costato molto di più? Forse sì, ma il modello ne avrebbe giovato molto.

Gli scarichi posteriori sono ben realizzati: tridimensionali e oscurati all’interno. Purtroppo, la griglia che li racchiude non è passante. HW poteva fare questo sforzo e rendere questa zona davvero interessante.

HW Elite è sempre stata abbastanza abile nel realizzare le ruote. A sinistra abbiamo la ruota anteriore da 19”, a destra la rota posteriore da ben 20”. L’altezza della spalla è pressoché corretta. Mancano purtroppo le marcature Pirelli PZero. I cerchi in lega con la stella a 5 punte (tipici Ferrari) hanno un aspetto convincente, completi di logo con fondo giallo sul mozzo. Il pezzo forte sono sicuramente i grandi dischi carboceramici Brembo con tanto di logo Ferrari sulle pinze. Mancano le valvole di gonfiaggio, ma nell’insieme la qualità è ai livelli di un modello di fascia medio-alta.

GLI INTERNI E ALTRI ASPETTI

Il modello presenta 4 aperture. A fare da padrone sono sicuramente le portiere, con il sistema di apertura “a farfalla” replicato discretamente. Tutto si apre in maniera solida rimanendo in posizione ma purtroppo le cerniere, soprattutto lato cofano anteriore, sono troppo evidenti.

La serie Elite di HW si è sempre distinta per interni di ottima qualità che non hanno nulla da invidiare a marchi più blasonati (vedi qui la recensione della F12 Berlinetta). Gli interni sono fedeli alla prima versione della LaFerrari, presentata al Salone di Ginevra nel 2013. L’interno dell’abitacolo è un mix di tecniche che puntano ad avere il massimo rendimento col minimo sforzo. La qualità delle pitture è buono ma l’aspetto finale risulta meno convincente rispetto a quanto visto con la F12 Berlinetta. La pedaliera è in metallo fotoinciso. Le pedane presentano dei tappetini di colore nero lucido. Il volante risulta ben proporzionato: il logo al centro è nitido e della giusta grandezza ed è completo di manettino sulla sinistra e tasto Engine rosso sulla sinistra.

Ben leggibile il quadro strumenti dietro al volante, con l’indicatore degli rpm con fondo giallo. La parte superiore del cruscotto è in alcantara. HW Elite ha utilizzato una pittura opaca al fine di replicarla ma non credo sia riuscita nell’intento. Il primo errore che si nota è la colorazione delle bocchette d’aerazione. Sarebbero dovute essere di colore silver, invece sono di uno strano color bianco/ghiaccio con visibili sbavature. Per la fibra di carbonio è stata utilizzata la stampa in rilievo, accettabile su un modello di questa categoria. Al centro delle due bocchette centrali è presente la bandiera italiana.

La plancia centrale è completa di tutti i tasti per il clima, ma le righe in rilievo confondono il tutto. Sotto troviamo il tunnel centrale interamente con fibra in rilievo, compreso dei tasti degli alza vetri e indicatore di emergenza. Sopra si erge quella sorta di “cloche” (tipica del nuovo family feeling Ferrari di Manzoni nato del 2009) che racchiude i tre tasti Launch, R e AUTO, purtroppo non leggibili. Sul lato passeggero troviamo il logo “LaFerrari” messo lì quasi a ricordarci su quale belva siamo seduti. Da notare che la “F” della decal non si è staccata come può sembrare ma è semplicemente di colore rosso.

L’effetto “retinato” sopra il logo lato passeggero non è presente sulla vettura reale. I pennelli delle portiere sono interamente rifiniti con fibra in rilievo. Le sedute degli interni hanno un buon aspetto: pittura opaca atta a simulare la pelle, cuciture scolpite e “cadenini” in colore nero.

In fin dei conti, agli interni non manca nulla ma la presenza del carbonio fa uscir fuori la limitatezza delle tecniche utilizzate: la fibra in rilievo rende tutto un po’ confuso e meno “nitido”, mentre nella F12 Berlinetta avevamo apprezzato la plancia nitida e ben realizzata. Inoltre, le sbavature del colore delle bocchette rende l’abitacolo meno curato. Peccato. Si sarebbe potuto fare tutto con più accuratezza.

È più facilmente comprensibile l’approssimazione che è stata applicata su alcune curve del modello osservando il profilo delle portiere aperte. La zona centrale ricurva (che rappresenta un convogliatore d’aria per la grande presa d’aria della fiancata) avrebbe dovuto avere un profilo più ricurvo e scavato nella zona superiore, quasi a richiudersi su sé stessa. Non è invece così: il profilo è stato in parte riempito. È palese che anche in questo caso HW Elite abbia applicato un taglio dei costi, diminuendo il numero di stampi.

Il vero profilo “ad uncino” della sezione trasversale della canalizzazione dell’aria che va verso i radiatori laterali

Probabilmente, realizzare un pezzo del genere avrebbe aumentato i costi di produzione. Comprensibile su un modello del costo di 100-120 euro nel 2013. Ricordiamo che HW Elite proponeva un’alternativa valida di fascia media quindi i costi dovevano essere, in qualche modo, contenuti.

MOTORE E MECCANICA

Aprendo il cofano posteriore ci dà il benvenuto il possente propulsore V12 da 963 CV combinati (endotermico + HY-KERS). I dettagli, in parte, sorprendono. Risulta molto completo in tutte le sue parti ma mancano parecchie tubazioni e cavi. In cima fa da padrone il grande collettore d’aspirazione. È interamente dettagliato con fibra di carbonio in rilievo. Sulla destra spiccano i cavi ad alto voltaggio (480 V) del sistema ibrido HY-KERS, con al centro la presa di alimentazione della batteria in argento. In basso, al centro, un abbozzo di quello che sarebbe la HBU (Hybrid Power Unit). Sotto si sarebbe dovuto intravedere il motore elettrico di trazione, ma questa zona è stata chiusa da una placca di colore grigio. Peccato. Le superfici laterali poste sopra i passaruota sono dipinte del grigio che HW utilizza per rappresentare la fibra.

Visibile anche la testata rigorosamente di colore rosso e parte del blocco motore che si sviluppa verso il basso. Il motore è incorniciato dal telaio posteriore, di colore nero opaco, quasi invisibile ad una prima occhiata. Ai lati si snoda qualche cavo, ma ce ne sarebbero dovuti essere molti di più comprese molte etichette informative e d’avvertenza, totalmente assenti. Infatti, le candele non sono cablate. Manca inoltre l’asta per fissare il cofano in posizione aperta. Il cofano motore è internamente totalmente dipinto di un anonimo nero ma sono presenti i convogliatori d’aria atti a portare i flussi al collettore.

Nel complesso il propulsore risulta abbastanza ricco per un modello di fascia media. Purtroppo, il tutto sarebbe dovuto apparire molto “lucido” per via dell’uso massiccio della fibra di carbonio: la fibra in rilievo fa quel che può ma riesce in piccola parte nell’intento. Peccato per la mancanza di molte etichette che avrebbero arricchito il tutto rendendolo più convincente.

Piccola chicca: lo spoiler posteriore è attivo: è possibile “spingerlo” verso l’esterno sollevandolo verso l’alto proprio come succede nell’auto reale. Purtroppo nel mio esemplare lo spoiler risultava bloccato e non ho voluto forzarlo.

La poca raffinatezza delle cerniere ad arco (dette anche dogleg) si palesa all’apertura del cofano anteriore. Mentre sulle portiere laterali e cofano posteriore rimangono parzialmente celate, sul cofano anteriore sono visibilissime e risulta vano il tentativo di HW di dipingerle di nero. Quasi superfluo ribadire che tutto ciò che è dipinto di nero in realtà sarebbe dovuto essere in fibra di carbonio. Al centro abbiamo la presa d’aria del radiatore: le lamelle che indirizzano i flussi sarebbero dovute essere due e non tre. Per il resto non c’è molto da vedere.

CONCLUSIONI E PAGELLA

Il 31 dicembre 2014 si chiudeva la partnership tra Ferrari e Hot Wheels. La LaFerrari rappresenta quindi la chiusura di un percorso che era nato nel lontano 1999. In ben 15 anni Hot Wheels ha pubblicato tantissimi modelli Ferrari, raggiungendo il culmine con le serie Elite e Super Elite (quest’ultima meno fortunata a dire il vero). Come già detto in altri articoli e recensioni, si era raggiunto il giusto punto di equilibrio tra qualità e prezzo coi modelli F12 Berlinetta e FF nel 2012. Una serie che ha saputo dimostrare come realizzare ottimi modelli ad un costo di circa 90-100 euro. L’anno seguente si attendeva ciò che avrebbe, da lì a poco, rappresentano il punto finale di una serie amata da migliaia di collezionisti in tutto il mondo.

Sulla LaFerrari quindi gravava una sorta di peso, di responsabilità e di aspettative a causa degli ottimi apprezzamenti dei modelli precedenti. Le aspettative sono state confermate dalla bontà del modello? Solo in parte. La LaFerrari di HW Elite soffre probabilmente di una chiusura frettolosa che nessuno si aspettava. Il modello, di fatto, racchiude tutte quelle particolarità e migliorie che HW Elite ha saputo affinare nel tempo ma il tutto è stato sminuito da un controllo qualità meno preciso e dalla complessità del modello. Molti pezzi presentavano tracce di colla sullo splitter anteriore, quasi tutti presentano sbavature di colore nel “taglio” nero divisorio tra parafango anteriore e portiera. Altri esemplari invece presentano la portiera sinistra più sporgente della destra e così via…

Il modello è migliorabile negli interni (sbavature mai viste negli ultimi esemplari pubblicati) ed inoltre credo che HW avrebbe potuto ingegnerizzare meglio le cerniere e uscire dalle scene del mondo Ferrari con un tocco di classe. In aggiunta, l’uso eccessivo della fibra di carbonio sull’auto reale non ha di certo aiutato HW a dare quel tocco “premium” al modello a causa dell’utilizzo della fibra in rilievo, espediente di bassa qualità. La LaFerrari di HW Elite, invece di rappresentare il “non plus ultra” di questa amata serie, rappresenta una chiusura in parte amara, un saluto finale che non avremmo voluto ma che almeno avremmo preteso nel migliore dei modi.

Ho voluto dilungarmi più del dovuto in questa recensione poiché tengo particolarmente a questa vettura essendo un grande fan Ferrari e anche perché rappresenta la chiusura di un importante capitolo del modellismo. Grazie per avermi seguito fin in qui.

LA PAGELLA DI DIECAST PASSION

Esterno: 6/10

Interni: 7/10

Motore: 6,5/10

Materiali: 6/10

Fedeltà: 6,5/10

TOTALE: 32/50 [Buono]

Nota: da 0 a 10 Insufficiente; da 10,5 a 20 Sufficiente; da 20,5 a 30 Discreto; da 30,5 a 40 Buono; da 40,5 a 50 Ottimo

Per un confronto con la vettura reale, di seguito una galleria dedicata a questa splendida vettura del Cavallino.

Qui invece trovate una ricca photogallery della replica di questa recensione.

Crediti galleria: ferrari.com, motor1.com, supercarcenter.com, teamspeed.com, tomhartleyjnr.com, topgear.com, vanityfair.com, wheels.iconmagazine.it.  Qualora riconosceste vostra un’immagine utilizzata nell’articolo o conoscete l’autore contattatecelo in modo tale da aggiungere i crediti o eliminare il contenuto.

Darius Kri
Darius Kri
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