Ferrari 330 P4

RIFLESSIONI: SOTTO LA PELLE – DIECAST VS RESINE

Abbiamo già parlato in passato (qui l’articolo) su come si presentano le resine una volta “fatte a pezzi”. Il mio intento non è assolutamente quello di denigrare i modelli in resina o sminuirli in partenza. L’obbiettivo è quello di rendere più consapevoli i collezionisti su ciò che acquistano. Spesso mi capita di leggere in giro per la rete apprezzamenti riguardo questi modelli e non c’è niente di sbagliato: sono repliche ben fatte, con una scocca esterna ben proporzionata e dettagliata, colori vividi e decal eccellenti. Ma quando mi capita di leggere alcuni commenti (sui social o forum) dove si afferma che un determinato modello “X” in resina è di gran lunga migliore di un modello “Y” apribile in diecast con 2000 parti (stessa vettura rappresentata) rimango basito. Non riesco proprio a comprendere quale vantaggio ci sia nell’avere meno caratteristiche: la disequazione avrà come risultato sempre X>Y, senza alcun dubbio.

Lancia D50 scala 1:18 prodotta dalla CMC, 1598 parti

Attenzione, non sto parlando di gusto personale. Se dialogando qualcuno mi afferma: “preferisco le resine perché non mi importa che il modello si apra“, io non ho nulla da obiettare. Come dicevano i nostri avi “de gustibus non disputandum est“. Non riesco a concepire il concetto che si cela dietro quando si afferma: “i modelli in resina sono di gran lunga superiori ai modelli apribili, hanno una maggiore qualità”. Il perché qualcuno dica “castronerie” del genere rimane, in parte, un mistero per me. Parliamo di un fattore oggettivo: ossia la qualità di un modello e il livello di dettagli che riesce a replicare al fine di avvicinarsi alla vettura reale. A fronte, a volte, di una maggiore definizione dell’esterno e decal un poco superiori, i fattori positivi offerti dalle resine sono ben poco rispetto al numero di dettagli in più che offre un modello apribile di fascia alta.

Vi sono comunque casi, in cui anche un modello in resina ha molto da offrire, soprattutto se è di fascia alta e la scala è 1:18 o superiore. Come detto prima, spesso i brand di fascia alta che producono modelli in resina, utilizzano decal di primordine (vedi il carbonio che con cui BBR riveste i suoi modelli, in generale ne parlo in questo articolo).

BBR FERRARI 488 PISTA 1:12 – C’È CHI L’HA SMONTATA PER NOI

Scommetto che molti di voi non abbiamo mai visto un modello in resina di fascia alta “dissezionato”. L’esempio di questo articolo riguarda un modello di grandi dimensioni: la Ferrari 488 Pista in scala 1:12, una bella bestiola (lunga circa 37 cm). Da una replica del genere ci aspettiamo qualità e dettagli altissimi. Vediamo velocemente come è fatta.

Una volta svitata la base del modello (tenuta in posizione da 4 viti), la scocca viene subito via. Separata la vasca interna dal resto, ciò che si vede dall’interno è questo: un guscio in resina abbastanza spesso, rifinito laddove risiede l’abitacolo ma del tutto in funzione della struttura laddove le parti sono nascoste. Guardate quanto sono grossi gli spessori in prossimità delle sedi delle viti. Questo perché la resina è un materiale fragile e, per rendere la struttura abbastanza rigida, vanno eliminate le aperture e aumentati gli spessori nelle zone chiuse. Ciò dimostra che la resina è un materiale che per colatura riesce a restituire dettagli molto precisi e di alto livello ma è fragile nel caso in cui debba sostenere cinematismi di qualsiasi tipo.

BBR ha anche prodotto modelli in resina apribili, ma ha dovuto creare una scocca interna in metallo per consentire che i cinematismi si azionassero senza che si rompesse qualcosa. Da notare i residui di colla presenti quasi ovunque: i modelli in resina, a differenza di quelli in diecast/composito, utilizzano molta più colla nelle componenti interne. Come era prevedibile non è presente alcuna meccanica all’anteriore, per fortuna è presente il motore poiché visibile dal lunotto posteriore.

Gli interni sono ben eseguiti: l’effetto floccatura è presente sulle sedute e sul pannello posteriore. Nei modelli di fascia alta, solitamente, gli interni sono ben riprodotti ma non sempre è così. L’abitacolo in figura è ben replicato e presenta la fibra in carbonio con decal, dall’aspetto lucido. Ma non dimentichiamoci che stiamo parlando di un modello scala 1:12.

Segue il propulsore, replicato abbastanza bene (grazie alla fibra in carbonio con decal) ma mi sarei aspettato di più su un modello in scala così grande. Il concetto è sempre lo stesso: poiché il cofano motore è sigillato è possibile fare dei piccoli tagli riguardo i dettagli da replicare. In questo caso è realizzata molto bene solo la parte sommitale del propulsore ma il resto è abbozzato o assente.

La qualità dei freni a disco completi di pinze e delle ruote è davvero ottima. Ma su un modello in scala 1:12 di fascia alta credo sia indispensabile, necessario. Un aspetto che però mi ha fatto sempre “sorridere” riguardo i modelli in resina è il fatto che le ruote sono connesse tra loro da una semplice astina in metallo. Questo perché sul pianale non c’è la benché minima traccia di meccanica, manca tutto: braccetti, sospensioni, tubazioni e piantone dello sterzo. Ciò che è facilmente a vista è ben eseguito, ma tutto il resto semplicemente non c’è.

IN CONCLUSIONE

Dissezionando un modello in resina, soprattutto in questa scala, ci si rende conto come siano dei bellissimi gusci ma essenzialmente vuoti, o quasi. Con questo non voglio di certo dire che non abbiano senso di esistere. Hanno sicuramente i loro vantaggi, vedasi l’ottima pittura degli esterni, decal eccellenti e linea perfetta. Farebbe piacere vedere qualche componente meccanico in più ma essendo tutto sigillato perde di significato replicare quelle parti e ciò aiuta ad abbattere i costi.

È palese come, di fatto, i modelli in resina siano nati con dei compromessi. A qualcuno possono piacere più dei modelli apribili, possono apparire più belli esternamente. Qualcuno decide di acquistarli semplicemente perché non apre mai i propri modelli, non si ha dunque ha la necessità di avere aperture da azionare. Le motivazioni per cui un collezionista possa preferire un modello in resina invece che uno apribile sono tante e le più svariate. Ma, sicuramente, non potrà essere quella che vede un modello in resina più “completo” e più “fedele” e con maggior numero di dettagli di un modello apribile di fascia alta.

La Bugatti Atlantic di CMC vanta ben 1725 pezzi – Crediti: Fabian Oefner

È logico che un modello che contiene quasi 2000 parti (vedasi CMC o Exoto XS) riesce a replicare molti più dettagli e particolari e può vantare una fedeltà infinitamente maggiore. Il collezionismo è fatto di scelte e compromessi. Ma non si può venir meno ai fattori oggettivi. Vi è da sottolineare che i modelli in resina di fascia alta abbiano dato alcuni contributi fortemente positivi, come l’attenzione per le proporzioni della vettura, l’elevata qualità delle decal (sia esterne che interne) e la lucentezza della pittura esterna. E aggiungerei anche l’attenzione ad un package migliore, premium, con teca compresa di basetta. Aspetti che, alle volte, i modelli in diecast hanno proposto un po’ sottotono ma che oggi tutti i maggiori competitor stanno sempre più attenzionando e affinando.

L’ultima creatura di AR presenta un’ottima finitura della fibra di carbonio. Trovate qui la photogallery dedicata.

Quindi, ad oggi, la situazione come è? Nel tempo i produttori di modelli apribili hanno sempre alzato di più l’asticella. 20-30 anni fa si poteva quasi affermare con sicurezza che un modello in diecast fosse meno preciso rispetto ad un in resina in termini di definizione della scocca. Ma da tanti anni non è più così. I vantaggi che hanno offerto le resine fin dagli albori stanno sbiadendo sempre più. Ad oggi i modelli in diecast/composito presentano tanti pezzi, griglie fotoincise ovunque, pitture perfette (salvo rari casi) e anche decal all’altezza. Quindi perché comprare un modello in resina? Sicuramente non perché sono modelli migliori in termini di fedeltà, altrimenti questo articolo non avrebbe senso. Vanno comprati per i motivi che solo chi ama le resine può sapere o semplicemente perché non vi interessano le aperture. O semplicemente perché quel determinato modello che tanto amate viene proposto solo in resina. Ma cari miei, non venite a dirmi che scegliete i modelli sigillati poiché superiori in termini di dettagli e qualità: la più alta fedeltà è prerogativa dei modelli apribili con alto numero di pezzi, così è e così sarà sempre. Buon collezionismo.

I crediti delle immagini presenti nell’articolo e la galleria di fine articolo vanno al canale YouTube PenrysCars Diecast. Cover di Fabian Oefner.

Darius Kri
Darius Kri
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