Piccolo approfondimento storico, redatto da Alessandro Bregni, su una delle vetture più iconiche del marchio con la stella a tre punte. Buona lettura.
La storia di questa automobile, che definire favolosa non è di certo un’esagerazione, ebbe inizio nel 1955. Per quell’anno Mercedes mise a disposizione dei suoi piloti la 300 SLR (W196S) e quest’auto non deluse le aspettative, dal momento che vinse parecchie gare, tra cui la mille miglia con Moss e il campionato sport di quell’anno con due punti di vantaggio sulla Ferrari.
Furono costruiti nove telai di questa macchina e per il 1956 Mercedes aveva in mente qualcosa di particolare, un ibrido tra la 300 SL (W198) e l’auto da gara (w196s), cosicché due esemplari furono approntati di questo nuovo “bolide”. Tuttavia, la decisione di Mercedes di abbandonare le competizioni motoristiche, in seguito alla tragedia di Le Mans (dove una delle sue auto finì tra la folla causando 82 vittime) si accavallò con il progetto di questa nuova macchina che venne ritenuta un po’ inutile dai dirigenti tedeschi.
Fu un vero peccato perché era un’auto molto efficace su strada, leggera (1117 kg) e potente: 302 cv e 290 km/h di velocità dati dal suo motore 8 cilindri in linea da 3000 cc ad iniezione diretta e comando con valvole desmodromico.
Uno di questi due esemplari fu utilizzato da Rudolf Uhlenhaut come auto aziendale dal momento che non poteva essere utilizzata per le competizioni. C’è una leggenda interessante correlata a questa macchina: Uhlenhaut era in ritardo per un incontro che avrebbe dovuto avere a Monaco e al quale non poteva mancare, ma vi era un piccolo problema: lui era a Stoccarda, distante 2 ore e mezza di strada a 200 km da Monaco. Salì sulla “sua” SLR e in un’ora (si, un’ora!) arrivò a quella riunione. Da quel momento in poi l’auto prese il suo nome.
Nel 1956 fu testata dalla rivista svizzera Automobil Revue in un tratto di autostrada chiusa al traffico e venne definita l’automobile stradale più veloce del mondo, con un motore eccezionale ma ti obbligava a mettere i “tappi alle orecchie”: troppo rumoroso.
Infatti, inizialmente non aveva silenziatore: pensate che i dipendenti di Uhlenhaut riuscivano a sentire il ruggito del motore quando egli partiva da casa per raggiungere la fabbrica, nonostante fosse a 5 km di distanza. Fu quindi costretto dai suoi vicini e anche dal suo udito (in seguito ebbe poi bisogno di apparecchi acustici) ad installare un silenziatore nella fiancata destra non molto bello a vedersi ma efficace.
Il silenziatore è stato poi tolto dall’auto quando è stata esposta al Museo Mercedes di Stoccarda. Il primo esemplare costruito era quello che utilizzava Uhlenhaut ed aveva gli interni blu. Il secondo, con interni rossi, non aveva silenziatore ed è quello che Mercedes utilizza tutt’oggi agli eventi e manifestazioni alle quali è invitata. Entrambe le versioni sono state riprodotte egregiamente da CMC.
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Articolo redatto da Alessandro Bregni nel gruppo Facebook “CMC Official Fan Club” e revisionato per DieCast Passion da Darius Kri.
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