PAINT RUSH: BISOGNA ABBANDONARE IL DIECAST?

Abbiamo già parlato più volte di questo terribile problema che affligge da sempre i nostri amati modelli. Vi invito a recuperare (qualora non lo abbiate fatto) questi articoli:

PAINT RASH E METAL FATIGUE – LE CAUSE

ABS: L’INGREDIENTE DELLA SERIE COMPOSITE DI AUTOART

COMPOSITO: SOTTO LA PELLE DELLE NOSTRE AUTOART

Questo ennesimo articolo non vuole ripetersi, né creare allarmismi. Ma è evidente come questa lega (lo Zama o DieCast) abbia forse detto già tutto. Ho riportato in auge questa tematica (a dire il vero un sempreverde tra i collezionisti) poiché qualche settimana fa mi sono imbattuto in alcune immagini veramente terribili. Come potete vedere dalle foto in calce all’articolo, il modello in questione è affetto da un paint rush veramente aggressivo.

Le foto fanno discutere perché si tratta di un modello di fascia alta: come spesso abbiamo detto, questo fenomeno è presente sia orizzontalmente che verticalmente tra le varie “fasce” di qualità. Nessun modello può ritenersi salvo. Le cause sono molteplici, ne parliamo approfonditamente nel primo articolo dell’elenco sopra. Ma sostanzialmente, crediamo che la problematica sia imputabile ad uno scadente riciclo dello Zama (con troppe impurità) per via della massiccia delocalizzazione in Cina degli ultimi 20 anni.

Conservo con nostalgia i primi modelli regalatomi da bambino: sono delle Bburago 1:43, 1:24 e 1:18. Modelli made in Italy, con costi quasi irrisori rispetto alle repliche per collezionisti: eppure ancora oggi (dopo quasi 30 anni) non presentano la minima traccia di paint rush. Molti collezionisti reagiscono, ancora oggi, positivamente all’uscita di un nuovo modello in lega metallica ma sono sempre più convito che la strada intrapresa da AUTOart con la serie Composite sia quella giusta o, quantomeno, una tra quelle che possa garantire una lunga durabilità del modello nel tempo.

Darius Kri
Darius Kri
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