RECENSIONE AUTOART ALFA ROMEO 4C 1:18 COMPOSITO

È uno dei primi modelli in composito proposto da AUTOart, quando ancora non si sapeva cosa ne sarebbe sbucato fuori e si sperava in un ribasso dei prezzi che ahimè non è mai arrivato, tranne per questo modello (in parte).

Modello pubblicato nel 2015 (cod. 70189), lo acquistai nello stesso anno a circa 150 euro: non male considerando che la qualità generale non si discosta molto da qualsiasi AUTOart della serie Signature. Ricordo, infatti, che questo modello inaugura (assieme a pochi altri) la nuova serie Composite.

Anticipo che la replica, pur non dando la sensazione di solidità di una Diecast, è ben costruito e abbastanza solido. Le shutlines sono incredibilmente sottili e le linee taglienti e nette riproducono alla perfezione l’auto reale. Inoltre, le griglie fotoincise fanno da padrone e sono presenti piccole chicche che impreziosiscono il modello.

In questo caso devo ammettere che l’uso dell’ABS abbia dato quel qualcosa in più riguardo la precisione delle linee. Vi è però da sottolineare che, probabilmente, gli aspetti negativi dell’ABS (minore rigidezza) si fanno poco sentire su questo modello grazie alle dimensioni contenute ed alla presenza di una sottostruttura in DieCast come spiegato in uno speciale tempo fa. Detto ciò, andiamo nel dettaglio analizzando il modello in tutte le sue parti. Buona lettura!

Un esploso che raffigura la nuova soluzione adottata dalla serie Composito – Crediti: AUTOart

LA REPLICA PROPOSTA DA AUTOART

  • Codice modello: AA70186
  • Serie: Composite
  • Data di uscita: 6/2015
  • Materiale: ABS+DieCast
  • Scala: 1:18
  • Aperture: Si

L’Alfa Romeo 4C, come anticipato sopra, è stato uno dei primi modelli facenti parte della linea “Composite” di AUTOart (con tanto di talloncino giallo sulla confezione). Questa soluzione utilizza l’ABS (Acrilonitrile-butadiene-stirene) per la carrozzeria esterna accoppiata ad una sottoscocca in diecast allo scopo di compensare la poca rigidità offerto dall’ABS e irrigidire il tutto.

Il modello in mio possesso ha la colorazione Rosso Alfa. Credo che, assieme al Rosso Competizione (leggermente più chiaro), sia la tonalità più adatta per la 4C. Come detto già nell’anteprima, spiccano subito le linee taglienti e definite del modello (non sempre possibili su una Diecast per via della minor risoluzione del materiale) e soprattutto le shutlines davvero ridotte: quelle che riguardano le portiere laterali e il cofano motore posteriore sono ridottissime come potete benissimo vedere in foto.

Si nota subito che la fonte d’ispirazione per la 4C sia stata la mitica 33 Stradale Prototipo (trovate qui la recensione).

Le proporzioni della vettura sono perfette, così come l’assetto. Non manca nulla: dai catarifrangenti sui passa ruota alla minuscola serratura della portiera.

La presa d’aria laterale presenta una griglia foto-incisa: il modello ne è pieno come vedremo a breve.

Il modello è circondato da griglie fotoincise metalliche: su questo aspetto AUTOart non si è risparmiata per nulla, la qualità è pari alle migliori repliche Signature. Le griglie e sono tutte passanti, frontali, laterali e posteriori. Vi è addirittura una piccola griglia sotto il pianale del modello.

Nelle foto in basso le griglie sono più visibili. Fa piacere vedere parte della meccanica e della scocca dell’auto dietro ad esse. Il logo Alfa Romeo è nitido e perfettamente replicato. Una nota positiva sulla verniciatura: l’effetto buccia d’arancia è quasi del tutto assente. Potete imbattervi in qualche piccola porzione dove l’effetto è lievissimo ma in generale l’esecuzione è ottima.

Avvicinandoci ancora di più è possibile ammirare la geometria a nido d’ape della maglia, come sull’auto reale. Nel mio esemplare è presente una piccola macchia di colla vicino il logo: un problema che AUTOart ha da sempre, anche sulle Signature. Fortunatamente, nel mio esemplare, è quasi invisibile ad occhio nudo.

I gruppi ottici anteriori della 4C sono abbastanza complessi. Qui AUTOart ha fatto un ottimo lavoro. Il “guscio” in carbonio che ospita i vari elementi presenta una trama che imita la fibra di carbonio (stampata con la tecnica di stampa a tampone di AUTOart). Sarebbe stata una grave mancanza qualora AUTOart non avesse replicato la trama. Ma vi ho già avvertiti: il modello vi sorprenderà piacevolmente e non ha nulla da temere rispetto ad una Signature. Sul parafango è ben visibile la gemma dell’indicatore di direzione.

Facendo un giro attorno al modello i dettagli non mancano. Tra tutti spicca la bella griglia fotoincisa sulla fiancata che ricorda tantissimo la 33 Stradale. Non manca il nottolino della serratura (con tanto di fessura verticale) e tutto il resto. Gli specchietti laterali presentano un bordo molto più sottile e realistico: sarebbe stato impossibile realizzarlo in diecast.

In questo scatto la 4C ci offre il suo bel “lato B”. Osservate la shutlines del cofano posteriore: è quasi inesistente. Siamo di fronte a spessori davvero irrisori, difficili da avere su una Diecast. Fa piacere constatare un guadagno qualitativo grazie all’uso dell’ABS. Le griglie inferiori, vicino il diffusore, sono ben eseguite come per il frontale. Stesso dicasi per i tubi di scarico con l’interno in tinta nera. La coda richiama sempre la mitica 33 Stradale.

La fanaleria posteriore è ben realizzata al pari del frontale. Presentano un’ottima profondità e definizione. In basso sono visibili le luci di retromarcia e i catarifrangenti (riflettono veramente la luce). Il led dello stop centrale è eseguito al pari dei gruppi ottici (alle volte AUTOart li realizza stampati).

Uno sguardo ravvicinato alla zona del diffusore. Risulta ben eseguito così come gli scarichi: la tinta nera interna da più realismo. Fa sempre piacere vedere parte degli organi meccanici attraverso la griglia, che risulta davvero “leggera” e sottilissima per via della luce che la attraversa.

L’Alfa Romeo 4C è di fatto un piccolo tributo alla 33 Stradale, lo si vede soprattutto dalle linee del posteriore e dalle bocche di areazione laterali viste prima. Ne segue un modello compatto ma muscoloso.

In foto sono visibili le griglie d’aerazione ai lati del lunotto del cofano motore (anch’esse fotoincise)e la piccola griglia in alto al centro. Come potete vedere dalle immagini sono tutte passanti, senza compromessi.

GLI INTERNI

Passiamo agli interni. La versione cui si rifà AUTOart ha gli interni quasi completamente neri a parte gli inserti in colore della carrozzeria in vista e qualche inserto argento. Quindi, seppur ad un primo sguardo l’interno del modello appaia un po’ spartano e “semplice”, ricalca quasi alla perfezione la controparte reale. Esaminando il tutto con più attenzione si può affermare che la cura è elevata: è presente la palpebra in fibra di carbonio sul cruscotto, il tunnel centrale è pure tampografato in fibra.

Inoltre, vi assicuro che le cifre stampate vicino il clima sono presenti e ben leggibili. I sedili non sono foderati in pelle ma rivestiti di una gomma che ne imita l’aspetto in maniera abbastanza convincente. Anche i fascioni laterali della scocca sono in fibra. Presenti le cinture di sicurezza in stoffa.

Peccando di pignoleria ci si accorge che manca il bordo argento sulle bocchette tonde di aerazione (sono sottilissime nell’auto reale, inserite poi nella versione spider) e avrei aggiunto qualche dettaglio in più sui pannelli delle portiere (le casse dell’impianto audio sono appena abbozzate). Peccato per qualche piccola mancanza qua e là.

LE RUOTE

Le ruote sono assolutamente in linea con gli standard AUTOart. Il cerchio in lega è replicato benissimo e l’effetto metallico del disco autoventilato è eccellente. Manca la valvola di gonfiaggio ma considerato il prezzo del modello chiudiamo un occhio.

Lo stesso vale per le ruote posteriori. I cerchi sono completi dello stemma Alfa Romeo sul mozzo, le pinze rosse all’anteriore presentano la scritta bianca stampata Alfa Romeo. Peccato per la mancanza di marcature sulla spalla dello pneumatico.

MOTORE E MECCANICA

Aprendo il cofano posteriore si presentano ai nostri occhi il piccolo vano bagagli e il propulsore. AUTOart ha replicato anche l’asta sorreggi cofano. È in metallo e funziona come sull’auto vera: ruotandola si posiziona su un piccolissimo gancio posto sul cofano. La chiusura del cofano viene assicurata da quattro piccole calamite circolari.

Il propulsore è un quattro cilindri turbo-compresso da 1750 cc e 241 cv. Purtroppo, i motori moderni hanno poco da mostrare. AUTOart ha replicato il possibile, come il grosso condotto che circonda il motore, il tappo dell’olio e qualche cavo visibile. Il logo Alfa Romeo 4C (in rosso) non poteva mancare. Qualche piccolo appunto: la vaschetta del radiatore sarebbe dovuta essere di colore bianco. Il tappo è corretto: di colore nero con loghi e diciture in giallo. Poco in alto sono visibili la scatola dei fusibili e batteria. Sopra il coperchio del collettore è visibile una tubazione grigia: dovrebbe essere il collettore di aspirazione o la tubazione di fuoriuscita dei gas esausti. Ad ogni modo ne manca una seconda (di colore nero) che assolve uno dei due compiti.

Le cerniere del cofano sono in metallo non dipinto e contribuiscono a dare robustezza e stabilità al modello. Da notare dietro al motore (purtroppo fuori fuoco) il piccolo lunotto interno incorniciato dal telaio in acciaio speciale della vettura, tutto replicato a dovere. Ci tengo a sottolineare che l’asta sorreggi cofano in metallo è molto sottile e delicata. Non forzatela mai altrimenti potrebbe piegarsi.

Il pianale della replica è molto semplice, come d’altronde oramai lo è qualsiasi pianale di un’auto sportiva: piatto (per questioni aerodinamiche) con qualche feritoia, tubo venturi o deflettore.

All’anteriore è presente una griglia di sfogo (probabilmente del radiatore), ovviamente passante ma in plastica. Sono ben visibili i braccetti anteriori (a triangoli sovrapposti) e posteriori (McPherson). Presenti anche le molle elicoidali ma il modello non è ammortizzato. Forse è un limite della nuova serie? Da notare la scritta “Patent Peding”: significa che all’uscita del modello AUTOart doveva ancora registrare il brevetto riguardo il composito.

CONCLUSIONI E PAGELLA

Siamo quindi giunti alle conclusioni. Spero di essere stato chiaro ed obbiettivo. Consiglio questo modello? Se siete amanti delle Alfa (e non amate le resine) assolutamente sì. Ad un prezzo relativamente basso (circa 150 euro) portate a casa un modello valido e ben fatto. Se siete tra quelli che non vedono di buon occhio la nuova linea composita di AUTOart posso assicurarvi che in questo caso non ve ne accorgerete nemmeno. La differenza sta solo nel peso e al tatto. Il modello non si inflette e le chiusure sono tutte precise, dimostrando che la sottostruttura in metallo assolve correttamente il suo compito. Grazie per la lettura e alla prossima!

LA PAGELLA DI DIECAST PASSION

Esterno: 8,5/10

Interni: 7,5/10

Motore: 7/10

Materiali: 7/10

Fedeltà: 8,5/10

TOTALE: 38,5/50 [Ottimo]

Nota: da 0 a 10 Insufficiente; da 10,5 a 20 Sufficiente; da 20,5 a 30 Discreto; da 30,5 a 40 Buono; da 40,5 a 50 Ottimo

Per un confronto con la vettura reale, di seguito una galleria dedicata a questa storica e popolare vettura della Casa del Biscione.

Qui invece trovate una ricca photogallery della replica di questa recensione.

Crediti galleria: wheels.iconmagazine.it, garaz.cz. Qualora riconosceste vostra un’immagine utilizzata nell’articolo o conoscete l’autore contattatecelo in modo tale da aggiungere i crediti o eliminare il contenuto.


Darius Kri
Darius Kri
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