RECENSIONE CMC FERRARI 250 GT SWB CALIFORNIA SPIDER 1961 1:18

STORIA E CARATTERISTICHE TECNICHE

Stiamo parlando di una vera star, un mito su quattro ruote. E come ogni vera star, la sua storia non può che portarci ad Hollywood. Il fiduciario della West Coast Jon Von Neumann propose, tramite Luigi Chinetti (responsabile e importatore della sede Ferrari di New York), che Ferrari costruisse una versione speciale americana della Ferrari 250 GT Tour de France. Nello specifico era richiesta una modifica: nessun hard top. Ciò che ne uscì fuori fu quella che oggi conosciamo come Ferrari California. Costruita per la prima volta nella versione LWB nel 1958, presentava tre “tagli” nelle prese d’aria laterali accanto le ruote anteriori. Nel 1959/1960 il modello è stato affinato nella versione che noi conosciamo come SWB 250 GT.

La Ferrari California esposta al Petersen Automotive Museum – Crediti: Larry Crane

La carrozzeria fu scolpita dal grande Scaglietti per entrambe le serie. Essa consta in lamiere d’acciaio ad esclusione delle portiere e del cofano motore, realizzati in alluminio. Nove esemplari furono però realizzati totalmente in alluminio sempre da Scaglietti. La vettura veniva prodotta nella stessa linea delle berlinette e condivideva sospensioni, freni e sterzo. La serie a “passo corto” era molto somigliante alla “passo lungo” tranne appunto che per il passo del telaio che passava da 2400 mm a 2600 mm.

I primi esemplari prodotti avevano in dotazione un motore V12 da 3 litri di cilindrata che fu largamente evoluto nel corso degli anni. Ogni bancata di cilindri aveva una distribuzione monoalbero. Le candele erano contenute della “V” del propulsore. In seguito, le candele furono posizionate esterne alla “V” del propulsore, con sistema di distribuzione doppio.

Petersen Automotive Museum – Crediti: Larry Crane

Inutile dire che questa vettura divenne subito popolare e lo è ancor di più oggi. Qualche anno fa un esemplare è andato via per la modica cifra di 10,8 milioni di dollari, non male per un’auto che non ha nemmeno le cinture di sicurezza o il riscaldamento nell’abitacolo.

LA REPLICA PROPOSTA DA CMC

  • Codice modello: CMC091
  • Serie: –
  • Data di uscita: 2/2011
  • Materiale: DieCast
  • Scala: 1:18
  • Aperture: Si (4)

La Ferrari California fu proposta da CMC a febbraio 2011, inizialmente nei colori rosso e blu. Nel 2012 approdarono nei negozi i colori silver e nero. Da sottolineare che la colorazione rossa è l’unica su cui non è presente l’hard top. Poco male poiché, a mio parere, la California dà il meglio di sé coi capelli al vento. Il modello, ad oggi (2020), è quasi introvabile. Questa recensione è una retrospettiva: punta alla divulgazione della storia della vettura e quindi del modello, a scopo quindi prettamente informativo e “storico”. Se decidete di cercare il modello per acquistarlo beh…buona fortuna ragazzi!

La confezione del modello è tipica dei modelli sino al 2015: guscio in polistirolo con astuccio esterno in cartone color silver con banda nera. Uscito il modello dalla scatola si è subito pervasi dalla bellezza del modello: la replica è composto da 1634 parti, collaboranti tra loro in maniera perfetta, dai cuscinetti a sfera nelle ruote, alla serratura funzionante del cofano posteriore sino alle sospensioni a molla cilindrica. Come vedete c’è molta carne sul fuoco. Tutto ciò a soli 300 euro nel 2011.

La vernice rossa del modello è lucida ed uniforme, come anche le molte cromature lucide e scintillanti ed i paraurti in ebanite. La vettura presenta le giuste proporzioni e la giusta altezza da terra. Le shutlines sono buone, ma al solito CMC tende a farle un po’ “abbondanti” e stondate. Per fortuna su questo modello l’effetto “curvatura” in prossimità della shutlines è poco marcato su tutte le aperture. Se le shutlines non avessero avuto l’effetto cercatura cui CMC ci ha abituato avrei dato 10 come voto per l’esterno. Peccato.

Essendo una spyder è facile godere degli interni. Si apprezza sin da subito il bicromastismo rosso/beige, a dir poco perfetto su questa vettura. Ne parleremo più approfonditamente dopo.

Immancabile la pezzuola per la pulizia del modello, targata CMC Exclusive Modelle.

Passiamo nel dettaglio al frontale della vettura. La versione replicata da CMC presenta i fari carenati: inutile dire che le calotte sono sottilissime e non deformanti. Perfette. La grande griglia anteriore è resa molto bene. È ovviamente passante e lascia intravedere parte del radiatore.

Le cromature sono di ottima qualità. Sono presenti quattro rivetti di fissaggio per ogni calotta. La gemma dell’indicatore di direzione è anch’essa contornata da un sottile bordo cromato.

Il piccolo logo Ferrari al centro del grande cofano è abbastanza definito ma si è visto di meglio. Molto bello il cavallino rampante in metallo al centro della grande calandra. Impeccabili anche le due luci posizionate ai lati della presa d’aria: CMC replica molto bene i fari parabolici di vecchia data. Le costolature della lente di Fresnel sono molto realistiche.

I grossi rostri cromati presentano una protezione in ebanite come sull’auto reale: è una chicca per veri intenditori. Non è semplice plastica ma un materiale di gomma molto duro ma fragile utilizzato ai tempi.

Passiamo al posteriore. Personalmente, è una delle parti più belle della vettura. L’elemento di design più caratteristico sono le due “pinne” che confluiscono sui fari posteriori in aggiunta al cofano posteriore alto e ai quattro bellissimi scarichi cromati. Tutto ciò rende il posteriore di un’eleganza misto a sportività unico. Inoltre, i due fianchi che si innalzano in prossimità dell’aggancio per le capotte rendono la linea dinamica e senza tempo.

Anche al posteriore troviamo un bellissimo paraurti cromato con rostri muniti di protezioni in ebanite come per il frontale.

I fari posteriori, pur essendo piccoli, restituiscono una sensazione di profondità molto realistica. Sono inoltre presenti le due piccolissime viti di fissaggio rigorosamente cromate. Molto bello lo stemma Ferrari in rilievo, posto sopra il tasto di apertura del cofano posteriore: questo è azionabile poiché provvisto di una molla interna caricata che attiva un gancio. È l’unico modello che conosco ad avere tale soluzione.

Gli scarichi posteriori sono in metallo con un’ottima cromatura e giuste proporzioni. I catarifrangenti riflettono veramente la luce, quindi molto realistici. Visibili anche le piccole luci targa.

Passiamo agli altri dettagli esterni del modello. Le guarnizioni cromate che corrono lungo il parabrezza sono ben fissate e della giusta proporzione, completi di rivettatura. I tergicristalli sono in metallo (cosa ormai rara ai tempi d’oggi) e completi di spazzola in gomma come ben ci ha abituato CMC. Sono anche presenti gli ugelli di fuoriuscita dei lavavetri, anch’essi rifiniti in cromo.

Il resto dei particolari non sono da meno. La maniglia della portiera è ben scolpita, completa di serratura e persino della guarnizione nera. Le “branchie” laterali sono un bel vedere: anch’esse con cornice cromata e le classiche alette inclinate, lasciano intravedere molto bene la griglia passante retrostante. Nel modello LWB queste griglie hanno un design diverso.

Ed infine si giunge alle ruote, componente importantissima per ogni modello che si rispetti. Come da tradizione, ogni singolo raggio è “cucito” direttamente sul cerchione. Tutto è in metallo e la qualità è palpabile. Molto bello il mozzo centrale (può essere svitato) completo del logo Ruote Borrani. Gli pneumatici presentano marcature in rilievo (molto apprezzate da ogni collezionista) in questo caso della Michelin. Perfetti i freni a disco: sono anch’essi in metallo e il feedback che restituiscono è ottimo. Apprezzatissima la presenza della valvola di gonfiaggio. Ma la ciliegina sulla torta purtroppo non è visibile.

Il modello presenta veri cuscinetti a sfera – Crediti: CMC

Questo particolare è degno di nota: ogni ruota è provvista di cuscinetti a sfera e vi assicuro che se provate a far girare le ruote o a muovere il modello, potete benissimo sentire le sferette girare. Inoltre, la replica delle sospensioni cilindriche è perfetta come vedremo nella parte dedicata al pianale.

CMC sa bene come proteggerci da danni accidentali: date sempre un’occhiata alla guida

Nella scatola è presente, inoltre, una guida per svitare correttamente le ruote senza incorrere in spiacevoli inconvenienti. Da notare come le ruote anteriori vanno svitate con verso destrorso, mentre le posteriori con verso sinistrorso, allo stesso modo dell’auto reale.

GLI INTERNI

Essendo una spider gli interni sono subito accessibili e godibilissimi. Tutto è rivestito in vera pelle e questa volta (a differenza di molti altri casi come, ad esempio, la 250 SWB o la 300 SLR) la trama della pelle si avvicina maggiormente alla scala reale. Ciò non può far altro che piacere.

C’è tanta qualità qualsiasi dettaglio si osservi. La qualità della pelle è di prim’ordine, completa di cuciture, senza brutte pieghe o artefatti. Il cruscotto non è un semplice “pezzo di plastica” ma è ben lavorato anche se avrei evitato la trama abbastanza grossolana nella zona superiore (anche se grana più piccola rispetto la 250 SWB). Il volante è bellissimo: la trama lo fa sembrare in vero legno e il logo Ferrari, su fondo giallo al centro, è nitidissimo.

Gli indicatori sono tutti singoli pezzi (come già visto per la 250 SWB) e tutti provvisti di cornice cromata e vetrino. I simboli e i numeri sono perfettamente leggibili, così come le lancette. Presenti tutte e nove le levette in basso e la serratura del portaoggetti del lato passeggero.

A sinistra è facilmente distinguibile la bontà delle decal interne, sono nitidissime. Se avessi usato una reflex (che purtroppo non possiedo) la qualità sarebbe stata ancora più evidente. A destra il bellissimo portasigarette posizionato sul tunnel centrale in pelle. È in metallo ed ha un piccolissimo stemma Ferrari al centro, ma distinguibilissimo.

È doveroso ritornare alla pelle degli interni. I pannelli delle portiere sono perfetti: è presente la maniglia in metallo per chiudere la portiera, la leva di azionamento del finestrino con pomello nero e persino la tasca in basso (sempre in pelle) completa di cucitura. Non mancano nemmeno i rivetti di fissaggio dei pannelli in pelle. Le sedute sono davvero realistiche e rendono gli interni di questo modello forse tra i migliori che CMC abbia mai prodotto.

La chiusura delle portiere è impeccabile. Queste, pur essendo in metallo, presentano una rotazione senza attriti e un azionamento leggero. La chiusura restituisce una sensazione di soddisfazione grazie alla piccola sferetta in metallo a molla che va agganciandosi nel telaietto facendo uno scatto piccolo ma deciso. A destra sono ben visibili i rivetti di fissaggio dei pannelli in pelle. Presente anche la guarnizione lungo il vano portiera.

Di certo non mancano all’appello nemmeno i tappetini di colore nero, lo specchietto retrovisore cromato ben proporzionato, i battitacchi in cromo e la spalliera dietro la seduta, anch’essa in vera pelle. Gli interni sono un vero tripudio di dettagli, qualità dei materiali e precisione. Forse un poco migliorabile l’aspetto della cuffia del cambio. Da notare la leva del freno a mano “nascosta” sulla sinistra del tunnel centrale, lato guidatore.

IL MOTORE

Il motore aveva un’architettura V12 con angoli di 60° e cilindrata di 2953,21 cm3 e 7000 giri al minuto. Una vera bestiola che consentì a questa vettura di partecipare ad alcune competizioni, con un quinto posto alla 24 Ore di Le Mans del 1959 con alla guida Bob Grossman e Fernand Tavano.

Il cofano motore si solleva in maniera fluida grazie anche al pantografo in metallo che aiuta la corsa. Una volta sollevato, eccoci di fronte ad una replica perfetta. Posso quasi affermare con sicurezza che non manca alcun cavo o tubazione di sorta, c’è proprio tutto. Ben visibili i tre carburatori Weber 36 DLC posti in cima al propulsore, proprio sotto il filtro dell’aria.

Bellissime e nitide le etichette poste sulla testata del motore e sulla coppa dell’olio. La cavetteria è riprodotta realisticamente ed è ben visibile il radiatore completo di tappo cromato. Si notano subito le sospensioni di colore rosso che si innestano sul telaio della vettura composto da tubazioni d’acciaio a sezione ellittica.

Il pantografo è ben realizzato e riesce a tenere in posizione il grande cofano anche senza l’ausilio dell’asta ferma cofano (almeno nel mio modello). La presa d’aria sul cofano è anch’essa passante. Sembra quasi superfluo sottolinearlo su un modello di questa qualità. Da notare quanto è sottile la maglia della griglia.

IL BAGLAGLIAIO

CMC fornisce questo pratico accessorio per azionare il tasto del cofano e facilitare l’apertura del modello

Fino ad oggi non avevo mai dedicato una sezione solamente al porta bagagli ma qui farò un’eccezione doverosa. Perché in questo modello CMC ha deciso di replicare l’azionamento d’apertura come sul modello reale.

Il piccolo tasto cromato è caricato a molla, CMC dispone il modello di una chiave in plastica dedicata che facilita l’azionamento e l’apertura. Cliccando il tasto delicatamente la molla all’interno fa ritrarre il gancio e il cofano posteriore può essere sollevato. Peccato però che questo non “scatti” facendo avvertire l’avvenuta apertura, ma bisogna cliccare e contemporaneamente sollevare il cofano. Ammetto che l’operazione non è immediata.

Anche il cofano posteriore dispone di un pantografo tutto suo. L’intero vano bagagli è moquettato ed è presente anche una ruota di scorta identica a quelle montate sul modello, tenuta da una bella cinghia in pelle con tanto di fibbia in metallo. Vi sconsiglio vivamente di slegarla, perché riallacciarla in quella posizione vi costerà almeno 3 anni della vostra vita.

Ben visibile anche il bocchettone del rifornimento che si innesta alla base del vano per poi continuare sino al serbatoio. È replicata persino la barra cromata alla base del gradino. Anche in questo caso la cura è massima.

IL PIANALE

Come dico sempre, un modello CMC riserva il meglio di sé nelle parti non a vista, una di queste il pianale. È ben visibile tutto: dagli scarichi che corrono lungo tutta la vettura, ai cavi dei freni, il serbatoio del carburante, il cambio, il differenziale, il basamento del motore, le sospensioni a molla cilindrica anteriori e a balestra posteriori, il telaio tubolare…c’è di tutto.

Bellissimi i cavi in rame che si snodano verso il retrotreno e i sottili cavi del cambio che corrono fino al differenziale posteriore. Non mancano nemmeno i ganci che sostengono le quattro grosse marmitte.

Il sistema delle sospensioni è replicato minuziosamente. Sono funzionanti e comprendono quelle anteriori indipendenti del tipo “double wishbone” a molle elicoidale e quelle posteriori a molle con balestre semiellittiche, ben visibili e, a mio parere, bellissime da vedere.

CONCLUSIONI E PAGELLA

Che dire? Abbiamo pure il manualetto che ci elenca tutte le caratteristiche del modello, con quel magico numeretto (1634) che ci ricorda costantemente la bontà del modello. È una gran pezzo, tra i migliori prodotti da CMC e paragonabile senza nessun problema a pezzi da novanta come la 300 SLR o la 250 GTO. Di fatto non le manca nulla, dagli interni super dettagliati in vera pelle, ai veri cuscinetti a sfera delle ruote, al tasto azionabile del vano porta bagagli o alle fedelissime balestre funzionanti al posteriore.

Tutti i colori disponibili – Crediti: CMC

Come anticipato ad inizio recensione, vi sono quattro colori disponibili: rosso, argento, blu e nero. A voi la scelta. Personalmente credo che questo modello, pur essendo una Ferrari di razza, può adattarsi benissimo ad altri colori. Io ho la fissa per le Ferrari di colore rosso, come il modello protagonista di questa retrospettiva. Ma credo che il silver e il nero siano dei gran bei colori per la California. Il blu lo metto all’ultimo posto ma è questione di gusti. Tutti i colori (a differenza del rosso) presentano in aggiunta l’hard top. Qualora la colorazione rossa avesse avuto il tettuccio rigido non credo l’avrei mai montato sulla vettura poiché la preferisco così com’è, proprio come la voleva Jon Von Neumann. Il modello ormai è quasi introvabile (Gennaio 2020) ed ha quotazioni altissime. Risulta quasi superfluo dire che la California di CMC è un modello che un vero collezionista dovrebbe avere: ha fatto storia. Tranne se amate particolarmente le spider…ma sarebbe un peccato non possederla anche in quel caso.

La recensione termina qui. Spero di non aver tralasciato nulla e di avervi intrattenuti al meglio in questi 10 minuti di lettura. Vi lascio alla pagella finale.

LA PAGELLA DI DIECAST PASSION

  • Esterno: 9,5/10
  • Interni: 9,5/10
  • Motore: 10/10
  • Materiali: 10/10
  • Fedeltà: 9,5/10

TOTALE: 48,5/50 [Ottimo]

Nota: da 0 a 10 Insufficiente; da 10,5 a 20 Sufficiente; da 20,5 a 30 Discreto; da 30,5 a 40 Buono; da 40,5 a 50 Ottimo.

Per un confronto con la vettura reale, di seguito una galleria dedicata a questa storica e leggendaria vettura della Casa del Cavallino.

Qui invece trovate una ricca photogallery della replica di questa recensione.

Crediti galleria: Petersen Automotive Museum, Allie Marsh, BK’s Place, web.  Qualora riconosceste vostra un’immagine utilizzata nell’articolo o conoscete l’autore contattatecelo in modo tale da aggiungere i crediti o eliminare il contenuto.

Darius Kri
Darius Kri
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