Che ci crediate o meno, di recente non sono riuscito in qualcosa che reputo semplice e rilassante: acquistare un nuovo modello. Ebbene sì, non è una provocazione né una storia inventata. Per chi ci segue, poco tempo fa ho acquistato una F40 Kyosho. Purtroppo, il modello presentava strane “rugosità” sulla verniciatura: vista la fama di cui gode Kyosho in termini di paint-rush ho restituito il modello. Non aveva senso rischiare tenendo in collezione una “bomba ad orologeria”: quel difetto, ancora lieve, sarebbe potuto peggiorare negli anni.
Senza scoraggiarmi e pieno di ottimismo, mi rivolgo ad un altro venditore italiano, ancora desideroso di aggiungere questo nuovo pezzo alla mia collezione privata. Vista la recente esperienza, ho però avvisato il venditore che il modello presenta vari problemi e ho chiesto gentilmente, dopo aver acquistato, se fosse stato possibile avere delle foto del modello che mi sarebbe stato spedito. Capisco bene che è una richiesta “particolare” e che potrei ricevere un secco “no”. Difatti, inizialmente, così è stato.
Il giorno seguente però il venditore cambia idea e decide di fotografare il modello, inviandomi via mail varie foto. Il modello in esame presentava evidenti difetti di verniciatura. Deciso a trovare una soluzione, chiedo se sia possibile aprirne un altro. Vista la situazione, ne avrebbe giovato anche il venditore, sfruttando questa occasione per capire se avesse ordinato o meno un lotto di modelli mal riusciti. Mi comunicò che tutti i modelli presenti in magazzino avevano problemi alla vernice, incluso il brutto difetto della chiusura non perfetta del cofano posteriore. Una situazione incredibile.
A malincuore, sotto consiglio del venditore, ho annullato l’ordine e ho ricevuto il rimborso. Per la prima volta, dopo svariati anni di collezionismo, non ero riuscito ad acquistare un modello a causa di troppi modelli difettosi in commercio. Credo che il mondo del modellismo stia attraversando una “crisi” silenziosa e abbastanza grave: non voglio creare allarmismi esagerati e gridare al “disastro” ma è evidente come il controllo qualità sia ormai totalmente assente su molti brand.
Consentitemi un mio personalissimo pensiero. Da tempo ipotizzo che, visto lo scarso controllo qualità, di fatto vengano messi in commercio modelli di “seconda scelta” che probabilmente sono venduti a prezzi vantaggiosi dai vari rifornitori. Con ciò non voglio dire che i negozi acquistino appositamente quei lotti di seconda scelta per pagarli meno. Magari qualcuno si. Altri invece cercano semplicemente il prezzo migliore in buona fede: non sanno che quel lotto è “nato male”. È evidente che dalle fabbriche capiti sempre più spesso che escano interi lotti difettosi: invece di riportali indietro per essere revisionati, vengono spediti per la vendita come se nulla fosse.
Crediti: foto copertina di Giorgio Pontani
